MILANO – Rieccola, la difesa dell’Inter. Quella di Inzaghi, della scorsa stagione e del girone di ritorno della precedenza. Quella eterna, di Herrera, Bersellini, Trapattoni, Mancini e Conte. Quando l’Inter vince, difende così. È sempre successo nella storia, è successo soprattutto lo scorso anno, quando in un girone intero la squadra che sarebbe diventata campione d’Italia ha incassato la miseria di 9 gol, nessuno nell’ultimo quarto d’ora delle partite. “Siamo stati bravi a non concedere nulla, sapevamo che l’Arsenal su alcune cose è micidiale”, ha detto Inzaghi dopo avere battuto per 1-0 l’Arsenal nella più italiana delle partite: tutti i contatori a favore dell’avversario, dal possesso palla ai calci d’angolo (zero a tredici), tranne quello dei gol. Ed è il segnale migliore in vista della partita di domenica col Napoli, a sua volta concreta, poco scintillante, efficace e organizzatissima in fase difensiva. Ma vulnerabile, come ha dimostrato il 3-0 subito dall’Atalanta al Maradona.
Il ritorno alla solidità
A chi chiede se l’Inter abbia finalmente ritrovato la fase difensiva, Inzaghi giustamente risponde: “Le ultime otto partite sono state sette vittorie e un pareggio”, e ha ragione. Roma non è stata costruita in un giorno, e nemmeno il bastione a difesa di Sommer. Dopo la sconfitta col Milan, i nerazzurri non ne hanno persa una. A parte il pareggio 4-4 con la Juve – otto reti subite dalle due parti, almeno sette delle quali evitabili – hanno battuto Udinese, Stella Rossa, Torino, Roma, Young Boys, Empoli, Venezia, Arsenal. In sei casi, l’Inter ha tenuto la porta inviolata. La novità della sfida ai Gunners è che, al di là dei meccanismi di squadra, nessuno ha sbagliato niente. Ed è esattamente questo che servirà contro Conte e Lukaku.
Bisseck e la rinascita della difesa nerazzurra
Inzaghi difende giustamente i suoi e altrettanto giustamente non ama parlare di errori dei singoli. Ma se i nerazzurri in questa Serie A hanno già incassato 13 reti in 11 partite – perdendo 5 punti per gol presi negli ultimi 10 minuti – è anche perché lì dietro si è sbagliato troppo: le marcature molli di De Vrij su Vlahovic, qualche imprevedibile svarione di Bastoni, un paio di dolorose non-chiusure di Pavard e gli erroracci di Bisseck, a partire dal goffo fallo di mani alla prima in campionato a Marassi. Proprio Bisseck ieri ha fatto la partita perfetta, annullando Saka (in condominio con Darmian) e mettendo un umbrello sulle teste degli attaccanti avversari su ognuno dei numerosissimi corner. È il il simbolo della rinascita progressiva della difesa interista. E probabilmente partirà dalla panchina contro il Napoli, perché Bastoni oltre a difendere sa anche lanciare preciso a 40 metri per Barella, Lautaro, Thuram e Dimarco, che in Champions hanno riposato.