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Inzaghi, trionfo o flop: il futuro del tecnico dipende dai titoli

Sospeso tra tre trionfi e il nulla, pronto a ricevere comunque critiche del tipo “sì, però…” in caso di successi parziali. Resta però il tecnico che sta tenendo a galla il calcio italiano

Inzaghi: 1 X 3. Difficile pronosticare quanti obiettivi (Champions, scudetto, coppa Italia) l’allenatore dell’Inter centrerà; più facile immaginare le conseguenze dei risultati. Inzaghi 3: santo subito. Calza le scarpe di Mourinho e scaccia l’ombra di Conte. Poi a ottobre perde con l’Udinese e di nuovo “sì, però”. Inzaghi X: dipende. Se porta la Champions è un trionfo. Deve soltanto sopravvivere ai giorni dopo l’eventuale sorpasso del Napoli (di Conte) in campionato o alla sconfitta in coppa Italia (più tollerabile in finale che nella semifinale derby). Senza Champions è un mezzo successo, un passo avanti rispetto all’anno scorso, “sì, però, alla statura internazionale manca sempre qualche centimetro”. Inzaghi 1: potrebbe andare. Sempre che sia la Champions. E che abbia le orecchie tappate e lo sguardo fisso dopo aver perso le altre due battaglie. Con il solo scudetto, va benino, primo in Italia, “sì però”. Con la sola coppa Italia, tanto varrebbe l’ipotesi zero tituli, quella che farebbe felici Mourinho, mezza Milano e mezza Italia. Poi prova a dirlo che “conta il viaggio, non il traguardo”.

La realtà: Inzaghi fa da paravento al livello del calcio italiano

In realtà sarebbe così. L’Inter di Inzaghi sta tenendo a galla il calcio italiano, strapazzato in Champions da quello olandese, in Europa League da quello norvegese (e auguri per le qualificazioni ai mondiali). Fa da paravento al basso livello di un campionato in cui a parità di impegni l’inseguitrice, il Napoli, starebbe a meno 10. Concede seconde giovinezze (Acerbi, Mkhitaryan), maturazioni (Lautaro, Di Marco), rinascite (Calhanoglou, Pavard). Spesso gioca (soprattutto all’inizio) e più spesso fa risultato (alla fine). Potrebbe bastare. Non basterà.

Bologna gara chiave, ma non tutti la pensano così

Dicono che oggi a Bologna sia la partita chiave, ma la verità è che giocatori e società avrebbero (hanno) scelto la Champions (come il Bologna la coppa Italia). Con Bayern e Milan non c’era o non ci sarà appello, in campionato altre 5 giornate. Stasera tutto è possibile ma, come nel programma televisivo, la realtà è un piano inclinato che fa scivolare le probabilità nel catino degli esiti. Qualche volta stiamo meglio dopo un esame, ma stiamo sempre meglio prima. Sì, va bene, ma come finisce? Nessuno lo dice ma i più pensano: 1, senza specificare quale. Se il Barcellona non difende, finale con il Psg. Solita beffa del Milan che si gioca tutto. E uno spareggio con il Napoli a fine maggio per la gioia di Spalletti (“è bello vedere qui due squadre che ho allenato”, come no). Il sabato del villaggio era niente in confronto a quello di Inzaghi. Gli sia lieve il lunedì dei “sì, però”.

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