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Israele-Italia 1-2: Frattesi e Kean confermano i progressi azzurri

Dopo la vittoria di Parigi, la squadra di Spalletti supera anche il secondo ostacolo del girone di Nations League

Budapest – Senza avvertire spifferi, la Nazionale ha aperto e richiuso la finestra di settembre, assai temuta dopo il piccolo ciclone dell’Europeo. La Nations League è stata un venticello fresco e piacevole. All’insperata e netta vittoria in casa della Francia si è aggiunta quella su Israele, meno limpida ma altrettanto importante. Spalletti l’ha ottenuta cambiando quasi per metà formazione e ricevendone lo stesso risultato, grazie ai gol del solito Frattesi, pirata delle aree altrui, e di Kean, redivivo, anzi redivivissimo. La girata finale di Abu Fani non ha guastato la serata del ct. Il 2-1 nell’arena ungherese in miniatura, intitolata alla gloria magiara Bozsik e frequentata da appena duemila spettatori, scrive una bella classifica: in testa da sola al girone B della Lega A della Nations League, con tre punti di vantaggio su Francia e Belgio (i Bleus hanno vinto ieri lo scontro diretto), l’Italia può prenotare a ottobre, in casa con Belgio e Israele, uno dei primi due posti validi per i quarti di finale e per la testa di serie al sorteggio delle qualificazioni al Mondiale, che toglierebbe tanti pensieri sulla strada dell’obiettivo ottenuto l’ultima volta nel 2013.

«La cronaca della gara»

Un pensiero un po’ cupo, in verità, riguarda la partita del 14 ottobre a Udine, sulla quale pende il rischio di restrizioni o di misure speciali per la sicurezza, che ieri il comportamento dei tifosi italiani in trasferta non ha certo contribuito ad allontanare. Sotto gli occhi del ministro Lollobrigida, un gruppetto di ultrà, che si erano radunati nella pizzeria accanto allo stadio, ha esportato un’immagine censurabile: ha voltato le spalle al campo durante l’inno israeliano, oltre a esibirsi in cori contro tutti, a cominciare da Ilaria Salis, europarlamentare ex reclusa in Ungheria. Ha amplificato ogni voce lo stadio semideserto, nel quale la squadra israeliana ospiterà prossimamente la Francia per il divieto di giocare a Tel Aviv, dato il conflitto con Hamas.

La voce di Spalletti si sentiva, forte e chiara, distribuire consegne tattiche alla squadra che a Parigi aveva confezionato – la chiosa è del ct – una riuscita sintesi tra le scuole calcistiche italiana, spagnola e inglese. Qui la cosa le è riuscita un po’ più difficile, per via dei ritmi più bassi, del prato intriso di pioggia e del notevole traffico, nel centrocampo intasato ad arte da Ben Shimon. Il confermato trio di centrocampo Frattesi-Ricci-Tonali ha comunque trovato alla lunga gli spazi giusti. Sul finire del primo tempo, dopo un’occasione sprecata da Bellanova, l’ennesimo do di petto di Frattesi (settimo gol in Nazionale) è stato letteralmente di petto, a deviare il cross di Dimarco.

Da lì la partita si è fatta in discesa e si è potuto constatare come nel mosaico obbligato di Spalletti – giocatori di 8 club diversi – il marchio interista sia decisivo, non solo per via della tattica col 3-5-2: anche Bastoni, imbucando qua e là Frattesi e avviando spesso il gioco, ha lasciato il segno. Gli israeliani si sono avvicinati al pari dopo l’intervallo, con una deviazione un po’ fortuita di Abada, che non ha beffato Donnarumma. A quel punto è arrivato l’altro successo del demiurgo: il recupero di Kean, che non segnava in Nazionale da tre anni e che, oltre a colmare la lacuna ribattendo in porta la respinta di Gerafi a un tiro di Raspadori, si è mosso come un centravanti ritrovato. L’età media sfoggiata in partenza (24.4 anni) completa l’ottimo bilancio.

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