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Italia-Belgio 2-2 in Nations League: partenza lampo, poi azzurri rimontati. Pellegrini espulso nel primo tempo

Pari all’Olimpico: doppio vantaggio ma gara messa in salita dall’espulsione del romanista. Lunedì a Udine la sfida a Israele

Roma. A seconda dei punti di vista, è stata una nuova prova di forza della Nazionale, capace di provare a vincere fino all’ultimo una partita compromessa sul 2-0 dall’espulsione di Pellegrini al tramonto del primo tempo, oppure è stata uno sperpero per distrazione e abuso di stilismo, perché il pareggio è arrivato da un errore di Bastoni in palleggio e soprattutto da due gol incassati su calcio piazzato, che non dipendono certo dall’essere rimasti in dieci contro undici per l’intera ripresa. La classifica del suo girone di Nations League dice comunque che l’Italia è ancora prima dopo tre giornate e che può mantenersi lì, se batterà lunedì 14 a Udine Israele, sconfitto (4-1) in campo neutro dalla Francia.

Avvio scoppiettante

Eppure era cominciata benissimo. Un minuto e arrivo. La Nazionale, bellissima un mese fa a Parigi, non si è fatta aspettare dai 45 mila dell’Olimpico. Dopo sessanta secondi aveva già segnato un gol d’autore al Belgio, che senza De Bruyne e Lukaku pareva piatto come nella canzone di Brel: azione affilatissima e velocissima, diciotto passaggi stretti e rapidi dalla difesa all’attacco, col centravanti Retegui ad attirare fuori zona gli avversari e Dimarco a travestirsi da ala sinistra per il cross rasoterra verso Cambiaso mascherato da ala destra. Tocco in corsa del solo juventino titolare e battesimo da goleador.

Da quinto a quinto, per dirla alla Simone Inzaghi, che nell’Inter ha sdoganato l’assalto in contemporanea dei due esterni del sistema a cinque, già pezzo forte di Spalletti: non è il migliore momento del rapporto tra i due, però sulla tattica vanno d’accordo. A metà primo tempo la replica quasi identica ha confermato che era tutto studiato: la sola differenza è che, sull’imbeccata di Dimarco, Cambiaso ha tirato in diagonale e il portiere Casteels, protagonista nel campionato saudita, ha deviato il pallone sui piedi di Retegui in agguato.

Peccato che il precoce e ineccepibile 2-0, costruito sulle rotazioni a centrocampo e sulla sicurezza in palleggio di Tonali, Calafiori e Ricci si sia sfarinato per eccesso di sicurezza.

Il Var e Pellegrini

L’ingegnere Tedesco, ct italiano del Belgio, ha presto capito che l’anticipo in pressing poteva essere il modo per armare qualche utile contropiede e che il resto potevano farlo gli schemi: ingegneria calcistica, ma anche qualcos’altro. Il calcio al tempo del Var può punire l’abuso di palleggio: sull’errore di misura di Bastoni, la riuscita caccia al pallone di Theate ha spinto Pellegrini all’entrata in ritardo e l’arbitro norvegese Eskas, richiamato dal Var, alla revisione al video. Il cartellino giallo si è tramutato in rosso e si è trasformata in gol la punizione annessa, con schema per liberare al tiro arcuato vincente il terzino De Cuyper, osservato e non contrastato da chi gli si sarebbe dovuto opporre.

Così, anche se l’Italia in 10 contro 11 non ha cambiato atteggiamento e anzi ha subito accarezzato l’idea del terzo gol sprecato in fuga da Frattesi, l’egemonia belga è diventata inevitabile. Solo che, se si è tradotta nel 2-2, non è stato per via dell’inferiorità numerica o per gli zig-zag del velocista Doku e le ondulazioni di Trossard: il gol subito su corner, appunto con la zampata di Trossard nell’area piccola da torre di Faes, è nato dalla sonnolenza in marcatura. Che è proseguita subito dopo sulla fuga di Openda, caduto in area per il contrasto di Bastoni: sia l’arbitro sia il Var hanno mostrato indulgenza e il tempo restante non ha più cambiato il risultato.

Ha solo confermato l’indispensabilità di Dimarco e Tonali, sostituiti nel finale (in cui l’Italia ha reclamato per un mani di Faes), e lo spirito di Spalletti: “Abbiamo perso due palloni e sofferto sui loro calci piazzati. Ma sono stati episodi. C’era da confermarsi e lo abbiamo fatto”.

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