Roma — Sottosopra l’Italia del pallone, sottosopra le valutazioni degli azzurri reduci dal disastro. Crollo a Piazza Affari, quelli del calciomercato che ha aperto ufficialmente i battenti ieri. Dai prezzi dei cartellini alle pretese sugli ingaggi, il mediocre Europeo rischia di condizionare, eccome, le trattative estive dei giocatori di Spalletti.
Chiesa e Retegui
Prendete Chiesa, tra le più cocenti delusioni del torneo continentale, chiuso a zero gol e zero assist: valeva 35 milioni a fine campionato, la Juve ne chiedeva — ne chiede — 30 perché comunque l’attaccante è in scadenza di contratto nel 2025, ma adesso è difficile immaginare che la Roma e il Napoli (se perderà Kvara) offriranno più di 20 milioni (aggiungendo dei bonus, certo) per averlo. Magari i bianconeri possono sperare nel Bayern Monaco, ma senza illudersi troppo. E Retegui? Il Genoa ha giocato d’azzardo, rinviando ogni trattativa per l’italoargentino a dopo l’Europeo, e ha perso: i rossoblù confidavano in un torneo da protagonista del loro centravanti, invece ha fatto da comparsa e ora il prezzo è sceso (come minimo) da 25-28 milioni a 18-20. La soluzione più probabile, a questo punto, è che Retegui resti a Genova, nella speranza che segni parecchi gol in campionato e possa garantire un incasso superiore l’estate prossima.
Di Lorenzo, crolla il valore del difensore
Stesso discorso, con cifre diverse, per il 31enne Di Lorenzo: dopo le pessime prestazioni in Germania, valutazione in picchiata, da 15 a 7-8 milioni. Ma Thiago Motta non ha cambiato idea su di lui e lo vorrebbe, così come Conte insiste per trattenerlo a Napoli: l’Europeo viene considerato un incidente di percorso, insomma. Tra i giocatori sul mercato, resta immutato il valore (35 milioni) di Buongiorno, corteggiato dal Napoli, e di Bellanova (20), nei piani della Roma, perché non sono stati utilizzati da Spalletti. In calo anche le quotazioni di Frattesi (da 35 a 25 milioni), che comunque resta risorsa preziosa per Simone Inzaghi, e di Raspadori, da 25 a 15 milioni. Scamacca passa dai 35 milioni pre-Europeo ai 30 attuali: non di meno, nonostante il flop azzurro, perché comunque la stagione con l’Atalanta è stata di alto livello.
Tre giocatori invece rivalutati
In controtendenza solo in tre: il formidabile Donnarumma (da 40 milioni a 60), Zaccagni (da 20 a 30), provvidenziale per la qualificazione agli ottavi con il famoso gol in extremis alla Croazia, e la sorpresa Calafiori.
Non ci sono altri con il segno positivo nel gioco — serio — del borsino post-Europeo: visto però che il Psg non pensa proprio di privarsi del portiere della nostra nazionale, e che il laziale ha appena rinnovato con i biancocelesti, l’unico sul mercato è il difensore del Bologna. Ecco, il club di Saputo può monetizzare nella trattativa con la Juventus (ma dopo la brillante prova contro la Croazia c’è stato un sondaggio del Manchester United) la bella figura fatta dal suo giocatore in Germania: il costo del cartellino è aumentato da 40 a 50 milioni di euro, tanto più che il 50% dell’incasso andrà girato al Basilea.
Di sicuro, Calafiori ora può puntare a un ingaggio da top player. In generale, però, l’Europeo da dimenticare ha ridotto il valore della rosa di quasi 100 milioni, da 705 a 610. Azzurri sì, ma l’allarme è rosso fuoco.