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Italia-Israele 4-1: doppietta di Di Lorenzo, azzurri a un passo dai quarti di Nations League

A Udine bella prova della squadra di Spalletti: apre Retegui su rigore, poi due volte il capitano e Frattesi

Udine – I seggiolini colorati del rinnovato e semivuoto stadio dell’Udinese hanno un po’ mascherato l’evidenza della serata, già nota in anticipo: Italia-Israele si è giocata in un’atmosfera da G8. Però al sollievo più grande, quello per la constatazione che tutto è filato liscio sotto l’aspetto della sicurezza, si aggiunge la soddisfazione di Spalletti per l’esito sportivo della partita. La Nazionale ha vinto nella nitida maniera che il punteggio (4-1) sintetizza, ha staccato di 6 punti a 2 giornate dalla fine del girone di Nations League il Belgio, sconfitto in casa dalla Francia, e si è praticamente garantita il ruolo di testa di serie nelle qualificazioni al Mondiale della zona europea, che spetta alle otto dei quarti di finale della Nations. In sostanza gli azzurri non hanno già la certezza di andare in America tra due anni, però dovrebbero proprio impegnarsi, per sperperare la credibilità ritrovata in due mesi, dopo l’Europeo, e per restituire a due generazioni di ragazzi italiani la gioia che non hanno avuto da bambini: vedere l’Italia al Mondiale.

«La cronaca della gara»

L’elenco delle cose belle, dal punto di vista del ct, non si esaurisce qui. Innanzitutto il gioco d’attacco, che poggia sulla notevole intesa a sinistra tra Tonali e Dimarco, giocatori di acclarato livello europeo, può ormai sfruttare la presenza di un centravanti preziosissimo: l’oriundo argentino Retegui, eredità di Mancini prima della fuga in Arabia, è sempre più appuntito e capace di creare spazi ai compagni, come esige la regola tattica di Spalletti per il suo ruolo. Stavolta ha mancato un paio di gol, ma ha segnato il suo sesto gol in un anno e mezzo, l’1-0 sul rigore conquistato da Tonali in pressing sul finire del primo tempo, nel quale il principale costruttore delle azioni era stato Di Lorenzo, capitano per l’occasione e disinvolto lanciatore, nonché nel secondo tempo autore di una doppietta, di testa su punizione di Raspadori e di piede su cross rasoterra di Udogie.

Le investiture di Retegui e Ricci

Il fatto stesso che sia stato Retegui l’uomo designato a presentarsi sul dischetto appare un’investitura. L’altra indicazione forte è sul centrocampo, che in attesa del ritorno di Barella può contare sull’efficace trio Frattesi-Ricci-Tonali. In particolare il regista del Torino, staffetta nell’intervallo dello juventino Fagioli troppo distratto in palleggio, si è guadagnato lo status di titolare. E l’incursore dell’Inter, premiato dall’ottavo gol in Nazionale (il settimo con Spalletti) è ben più di un’alternativa. In effetti, tra le note mica tanto a latere, c’è proprio quella sul progressivo allargamento della rosa, che non avviene solo a parole. L’ingresso nella ripresa di Udogie ne ha confermato la forza fisica e l’intuito per i corridoi giusti, affinato in Premier League.

La dinastia dei Maldini

Ma la sorpresa più gradita è stata l’esordio annunciato di Daniel Maldini, sotto gli occhi di suo padre, che su questo stesso campo debuttò in A, sedicenne, nel gennaio 1985. Alla prima giocata il figlio di Paolo e nipote di Cesare si è tolto subito la gravosa etichetta di parente piccolo: ha imbucato in area Udogie per il cross del secondo gol di Di Lorenzo, e non è stato l’unico preziosismo. Il pelo nell’uovo è il gol subito (da 8 partite la porta della Nazionale viene violata) sul 2-0, da un corner di Abu Fani e blocco di Baltaxa su Vicario, titolare nella sua Udine. Spalletti lo ha derubricato a incidente di percorso: “Siamo sulla strada giusta e abbiamo tanti talenti che premono”.

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