Reset. Teniamoci pure nel cuore la meraviglia dell’anno scorso ma predisponiamo gli occhi alla nuova stagione, e possibilmente evitiamo di fare paragoni, almeno non subito. La domanda che esprime il timore di tutti noi, è «C’è vita dopo Motta, Zirk, Cala e Saele?» E per vita si intende l’entusiasmo che la società ha Saputo generare da Sinisa in avanti, non il monotono vivacchiare dei primi anni. D’accordo, Italiano per ora non scalda i cuori, ma siamo onesti, chi avremmo scelto tre anni fa tra lui e Thiago? Almeno caratterialmente ci abbiamo guadagnato mi sa, perché se come allenatore lo stranino resta un genio, è pur sempre uno che è riuscito nell’impresa di far imbestialire persino Joey Saputo. Insomma, i conti si fanno sempre alla fine, ma almeno,dopo aver visto come hanno giocato i nostri nelle rispettive nazionali, con allenatori e contesti diversi, c’è un po’ più di ottimismo. È vero, il precampionato è andato maluccio, il mercato è stato fin qui sgonfio, con uscite importanti e ingressi poco emozionanti, e Hummels (uno che i dubbi li esprime già nelle prime tre lettere del cognome) giocherà solo nella squadra dei sogni svaniti di Bologna, in cui – Presidente Del Vecchio e allenatore Mancini – militano da anni Hagi, Futre, Ilicic e, perché no, spaziando nel basket anche Jabbar e Kobe Bryant. Siamo in ritardo, sì, però alla fine del calciomercato mancano ancora tre settimane e c’è tempo anche per un colpo elettrizzante. Non scordiamoci poi cosa pensavamo l’anno scorso di questi tempi dopo aver salutato Schouten, Dominguez e Marko. Già, chi lo riprenderebbe l’Eternautovic oggi? Sfortuna vuole anche che l’anno della Champions inizi proprio dopo un’estate di Europei, Coppa America e Olimpiadi, con i nostri giocatori impegnati ovunque e a lungo. Metteteci pure che almeno tre squadre di quelle che la stagione passata ci sono arrivate dietro si sono molto rafforzate e si capisce che ripetersi sarà durissima. Ma sulla carta lo era pure l’anno scorso, e invece… È la mentalità del gruppo che sembra cresciuta, i ragazzi magari hanno voglia di rifarsi un giro in pullman per Bologna e sanno che se è stato possibile una volta può esserlo di nuovo. Magari non subito quest’anno, ma chissà. La cosa più importante ora è stabilizzarsi su certi livelli, è questo che chiediamo noi tifosi: è adesso, e non quando se ne facevano quaranta, che andrebbe tirato fuori il vecchio slogan del “punto in più” rispetto all’anno precedente, e se poi come allora si finisce col farne uno in meno, stavolta va bene lo stesso.
Italiano e Motta, l’estate dei destini incrociati. Ma evitiamo paragoni perché il Bologna ha tempo per riprendersi
Ricordiamoci l’agosto scorso, prima di cominciare a pensar male, quando avevamo ceduto Arnatovic, Schouten e Dominguez