“Mi ha preso la testa con tale decisione che non mi ha lasciato modo di reagire. È stato un millesimo di secondo e non sono stata in grado ad allontanarlo. In quel momento ho avuto la percezione che quello era un gesto totalmente fuori luogo: era il mio capo che mi stava baciando. Questo non dovrebbe succedere mai, in nessun ambito sociale o professionale. Come donna non mi sono sentita rispettata, quel momento ha macchiato uno dei giorni più felici della mia vita ed è importante dire che non ho assolutamente cercato quel gesto e né tantomeno me lo aspettavo”.
Jenni Hermoso, 34 anni, calciatrice spagnola, riferisce così nel primo giorno del processo all’ex presidente della Federcalcio spagnola Luis Rubiales, 47 anni, che si è aperto oggi davanti all’Audiencia Nacional di San Fernando de Henares, vicino a Madrid.
Il caso del bacio rubato
Il caso è quello del bacio imposto a Hermoso, allora nella nazionale iberica, durante la premiazione per la vittoria del mondiale nel 2023 a Sydney. Un bacio, che, secondo la calciatrice ora in forza nella squadra messicana del Tigres e della nazionale iberica, la Roja, non era consensuale come ha decretato anche l’Audiencia Nacional nell’atto di rinvio a giudizio spiegando che è stato dato “di sorpresa e senza il consenso e l’accettazione” da parte della calciatrice.
Le accuse
Nei confronti di Rubiales, la cui deposizione è attesa il 12 febbraio mentre il processo si chiuderà il 19, l’accusa non è soltanto quella di aggressione sessuale ma anche di intimidazione per aver fatto pressioni sulla calciatrice e sul suo staff affinché lo scandalo venisse coperto. Con lui, per le intimidazioni, sono imputati Jorge Vilda, l’allora allenatore della nazionale femminile, Ruben Rivera, direttore del marketing della Federazione e Albert Luque, direttore sportivo della squadra: per loro la procura chiede condanne a 1 anno e mezzo di carcere e 100.000 euro di danni; per Rubiales, presente in aula insieme agli altri imputati, la richiesta dell’accusa è di due anni e mezzo di carcere.
La difesa di Rubiales: “Bacio tra amici”
Dopo il caso del 2023, l’allora presidente della Federalcio poi costretto alle dimissioni, ha più volte difeso il suo gesto definendolo “un bacio celebrativo tra due amici”, insistendo sul fatto che la calciatrice fosse consenziente e negando di averle fatto pressioni in seguito. In aula ieri l’attaccante ha ricordato delle innumerevoli richieste fatte da funzionari della Federazione per metterla a tacere e di come si sia sentita abbandonata da quel mondo che avrebbe dovuto difenderla.
Il sessismo nel calcio
Da allora il nome di Hermoso, associato all’hashtag e al movimento #SeAcabò, ha portato in piazza centinaia di donne in Spagna e fatto il giro del mondo facendola diventare una paladina della lotta al sessismo nel mondo del calcio.
Accusata in patria, però, di essere stata strumentalizzata da alcune politiche femministe che l’avrebbero spinta a fare causa, sui social viene spesso rilanciato un breve video nel quale, subito dopo il bacio, la calciatrice mostra la foto sorridente.
Alle domande allusive dell’avvocata di Rubiales, Hermoso ha risposto: “Il modo in cui mi mostro, non cambia quello che sento. Non devo rinchiudermi a piangere in una stanza per far capire che non mi piace”.