TORINO — Jonathan David, 25 anni, è nato a Brooklyn da genitori haitiani, papà John (che è stato calciatore) e mamma Rose, che lo misero al mondo negli Usa affinché, grazie allo ius soli, acquisisse la cittadinanza statunitense. La sua famiglia è rientrata ad Haiti quando aveva tre mesi e lui è cresciuto a Port-au-Prince, dove ha cominciato a giocare a pallone per strada. Quando aveva sei anni, i David si sono trasferiti in Canada, a Ottawa, e da lì non si sono più mossi.
Gli inizi di David, tra una bocciatura e la psicologa
David ha cominciato a giocare sul serio alle superiori, nella squadra del liceo Louis Riel, scuola pubblica francofona tradizionalmente votata al calcio, sport che in Canada è sempre stato marginale, diventando popolare solamente in questi ultimi anni: la nazionale ha partecipato a due sole edizioni della Coppa del mondo, nel 1986 e nell’ultima, in Qatar. Con 36 reti in 68 presenze, David è il miglior cannoniere della storia canadese. È arrivato in Europa nel gennaio 2018 al Gent, all’età di 18 anni, dopo due provini andati male con lo Stoccarda, che lo bocciò, e il Salisburgo, che lo tenne per due mesi e gli promise di tesserarlo una volta maggiorenne. Lui però preferì il Belgio, anche per ragioni linguistiche, ma soprattutto perché il padre aveva posto, come condizione essenziale, che nel club lavorasse uno psicologo, in modo da assistere il giovane Jonathan nei mesi dell’integrazione. Il Gent ce l’aveva: la dottoressa Eva Maenhout è stata il primo punto di riferimento europeo di David.
A Lille come erede di Osimhen
Dopo due anni al Gent, David fu acquistato dal Lille, che investì ben 27 milioni per farne il sostituto di Osimhen, appena passato al Napoli. A volerlo fu Luis Campos, l’attuale ds del Psg, quello che portò Mbappé al Monaco. Uno, insomma, che di attaccanti se ne intende (scoprì per l’appunto anche Osimhen). A Lille, David si presentò vincendo il campionato 2020/21 proprio davanti al Psg, uno dei soli campionati persi dai parigini nei dodici anni di proprietà qatariota. In Francia David non è mai stato capocannoniere (lo fu invece nella sua ultima stagione in Belgio), ma ha complessivamente segnato 109 reti in 232 partite. Il suo rendimento si è impennato soprattutto nelle ultime tre annate, quando ha realizzato 26, 26 e 25 reti tra campionato e coppe, risultando l’ottavo attaccante più prolifico d’Europa: più di lui hanno segnato soltanto Mbappé, Haaland, Kane, Lewandowski, Salah, Guirassy e Lautaro. Ha lasciato Lille a fine contratto, dopo cinque anni: la Juve per lui ha speso soltanto 13,5 milioni di commissioni. Guadagnerà 6,5 milioni a stagione.
Iceman David: davanti alla porta sa essere gelido
David è un centravanti classico, formidabile in area di rigore. Fin dai suoi esordi canadesi è soprannominato Iceman per la sua freddezza davanti alla porta, dove è praticamente implacabile, benché venga apprezzato anche per la sua capacità di dialogare con i compagni: in Francia, prima di essere poi schierato come unica punta, ha formato una coppia affiatatissima con Yilmaz. È il classico centravanti che non spicca per una caratteristica particolare ma che ha un repertorio completo, un buon controllo di palla e la capacità di usare entrambi i piedi. Il suo punto debole è il colpo di testa.
David è francofono
La sua lingua madre è il francese (il cognome va infatti pronunciato con l’accento sulla i), ma parla perfettamente anche l’inglese. Prima di sbarcare diciottenne in Europa non aveva mai giocato in un club professionistico, ma solamente nella squadra del liceo dove si allenava tre volte alla settimana. Patì molto il passaggio agli allenamenti quotidiani, ma dopo pochi mesi nella Primavera del Gent venne stabilmente aggregato alla prima squadra fin dall’inizio della stagione 2018/2019.