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Juve a Lipsia, sfida tra difese d’acciaio. Thiago Motta: “Non significa che staremo dietro”

Il tecnico analizza i dati della squa squadre e di quella tedesca alla vigilia della sfida di Champions

LIPSIA – Secondo Marco Rose, l’allenatore del Lipsia, «la Juventus ha tutto per vincere la Champions. Ho l’impressione che si sia svegliata dal torpore, in campionato giocherà un ruolo chiave e anche nelle difficoltà dell’ultima stagione è riuscita a conquistare la Coppa Italia. Però anche noi non siamo messi male». Sono in effetti messi benino, quelli del Lipsia, la squadra di punta della galassia Red Bull (che comprende, a livello di prime divisioni, il Salisburgo, il New York e il brasiliano Bragantino) che però di recente è stata sferzata da Oliver Mintzlaff, l’amministratore delegato dell’azienda che produce bibite e domina la Formula 1: in poche parole, ha detto che il Lipsia deve cominciare a vincere qualcosa e considerare la normalità partecipare alla Champions da protagonisti. Eppure, il core business dei biancorossi non sono i trofei (in bacheca hanno soltanto due Coppe e una Supercoppa di Germania), bensì la compravendita dei giocatori.

Il Lipsia ci guadagna sempre

È la terza squadra al mondo, dopo Lille (futuro avversario della Juventus) e Ajax, per margine di guadagno tra le spese per i giocatori acquistati e i ricavi per quelli venduti, senza includere i prodotti del vivaio: soltanto con il trading, nell’ultimo decennio i tedeschi hanno accumulato 252 milioni di euro. In pratica comprano, valorizzano, rivendono. L’ultimo esempio è lo spagnolo Dani Olmo, preso nel 2020 per 34 milioni dalla Dinamo Zagabria e ceduto quest’estate al Barcellona per 55, mentre i prossimi saranno l’olandese Xavi Simons e soprattutto lo sloveno Sesko, il fantasista e il centravanti, gli spauracchi di questa sera. In questa classifica è ottava ma all’incontrario, con 299 milioni di passivo di mercato dal 2014 a oggi, comunque lontana dal Barcellona, che è sotto di 668.

Difese d’acciaio, Thiago: “Ma non siamo due squadre che stanno dietro e speculano”

La Juve ha imboccato la strada della tesorizzazione dei giovani a partire da quest’estate, realizzando plusvalenze concrete con i ragazzi maturati tra Vinovo e la Continassa. Ed è grazie anche ai soldi che hanno portato che adesso è qui a giocarsi chissà che cosa, se «la partita di stasera», come dice Thiago Motta che non ragiona mai al di là della gara che viene («Tutto il resto in questo momento conta molto poco»), oppure addirittura la coppa delle grandi orecchie, come assicura Rose, forse un filino interessato. Juventus e Lipsia hanno le migliori difese dei cinque campionati più importanti (rispettivamente zero e due gol subiti), eppure non sono due squadre difensive. «Al di là del dato, che comunque segnala solidità», spiega Motta, «non siamo due squadre che stanno dietro e speculano sull’errore dell’avversario. Per fare bene bisogna giocare molto bene a calcio. Cercheremo sempre di avere noi il controllo della palla, anche se qualche volta non ci riusciremo. Se capita, l’importante è compattarsi. Una squadra oggi deve essere completa e sapere fare tutto».

In campo la squadra che ha battuto il Psv

ntanto, lui si distingue dai colleghi (compreso Rose, che ammette «di avere ancora un paio di dubbi, ma la notte porta consiglio») perché rivela di aver deciso la formazione con largo anticipo (però stavolta non la snocciola) e di averla già comunicata ai giocatori, che invece di solito vengono tenuti sulla corda fino all’ultimo. Dovrebbero giocare gli stessi che hanno battuto 3-1 il Psv, con Locatelli, McKennie e Koopmeiners a centrocampo e quelli che ora come ora vanno considerati la difesa (Di Gregorio-Kalulu-Gatti-Bremer-Cambiaso) e l’attacco (Nico Gonzalez-Vlahovic-Yildiz) titolari.

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