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Juve, ancora tanti errori ma il carattere c’è: 2-2 con il Brest, in gol Vlahovic e Danilo

A Pescara i bianconeri vanno sotto, rimontano ma nel finale si fanno riprendere. Buon esordio di Douglas Luiz

La Juventus di Motta non riesce ancora a trovare la sua vera dimensione, specialmente in difesa e in fase di costruzione, ma trova almeno il carattere. Finisce 2-2 a Pescara con tutti i gol nella ripresa (6′ Camara, 13′ Vlahovic su rigore, 27′ Danilo, 39′ Camblan) la sfida dal sapore di Champions con il Brest, un pari arrivato in rimonta dopo un’ora di difficoltà collimate con il vantaggio di Camara. Un risultato in salsa verdeoro, frutto dell’ingresso di Bremer, Douglas Luiz e Danilo, quest’ultimo autore del gol del momentaneo vantaggio dopo il pareggio di Vlahovic dal dischetto: il vero minuto da segnare sul tabellino è il 17′ della ripresa quando il terzetto ha messo piede in campo cambiando volto alla partita e alla Juventus.

Una Juventus dal doppio volto

Che lunedì qualcosa fosse cambiato alla Continassa, con il ritorno di Danilo, Bremer, Yildiz e l’arrivo di Douglas Luiz, si era già percepito nei giorni scorsi. La controprova è arrivata a Pescara contro il Brest, rivelazione della scorsa Ligue 1 e prossima sorpresa della nuova Champions League: quando hanno messo piede in campo, le paure sono scivolate via, il ritmo è salito, la costruzione è diventata più pulita, la Juve ha compiuto un salto di qualità. Quella vista in precedenza era una squadra sopraffatta dalle responsabilità, impaurita dal non riuscire a soddisfare i dettami tattici che sottendono alla filosofia calcistica di Motta, a tratti immobile sulle gambe. La costruzione è stata un vero e proprio punto debole in uscita, la fase difensiva ha faticato oltremodo sia con i centrali Gatti e Cabal (colpevole sul gol di Camara), sia con i centrocampisti. Locatelli non ha sfigurato, mentre Thuram è parso a tratti uno spettatore non pagante: immobile sul gol ma anche in un paio di situazioni che la Juventus avrebbe potuto pagare carissime.

Vlahovic segna dal dischetto

La squadra di Motta ha avuto anche un paio di buone occasioni nella prima metà, una clamorosa con Vlahovic, trovando in Cambiaso l’elemento chiave della squadra. Cabal è partito difensore centrale al fianco di Gatti, diventando centrale in costruzione e permettendo a Cambiaso di affiancare Thuram e Locatelli a centrocampo: concetti fondamentali per il calcio di Motta. Ancora una volta c’è stato spazio per i giovani della Next Gen: Savona, classe 2003, nel ruolo di terzino destro e Mbangula, belga del 2004 che ha fatto breccia nel cuore del tecnico italo-brasiliano, come esterno d’attacco, sostituito nella ripresa da Yildiz. Prima dell’ingresso dei tre brasiliani il Brest è passato in vantaggio con Camara, bravo a sfruttare una sequela di nefandezze della Juventus nella propria metà campo, ma è anche riuscita a trovare il pari con Vlahovic, che ha segnato un rigore psicologicamente pesante dopo l’errore con il Norimberga: è calcio d’agosto, ma ha comunque un peso.

Il cambio di ritmo verdeoro

Dopo il gol del pareggio, Motta ha messo in campo Danilo, Bremer e Douglas Luiz, elevando esponenzialmente il tasso tecnico della squadra. In un amen il gioco ha assunto una struttura più organica, gli spazi erano meglio gestiti, i passaggi più precisi, la palla girava meglio. Paradossalmente gli errori difensivi sono stati anche trasferiti nella testa dei francesi, visto che Danilo è stato lasciato solo in area per il gol del vantaggio, arrivato dopo un gran tiro di Douglas Luiz. Yildiz si è visto annullare il gol del 3-1 per fuorigioco: quando la festa sembrava ormai pronta e il primo sorriso stagionale ormai stampato sul viso dei bianconeri, è arrivato l’ennesimo errore difensivo che ha permesso a Camblan di pareggiare. Un nuovo modo di difendere, di giocare a calcio, di concepire il gioco: tuttavia certi errori sono l’aspetto che più di tutti deve far pensare Motta, sempre più convinto che con Bremer, Danilo e Todibo, in arrivo dal Nizza dopo non aver preso parte all’ultima amichevole, la difesa possa fare un salto di qualità. Necessario per continuare a sognare in grande.

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