Chiamiamolo rimpasto, per il momento, anche se a gioco lungo — non lunghissimo, al massimo qualche mese — potrebbe trattarsi di un nuovo ribaltone in casa Juventus, il quarto dal 2022, cioè da quando venne azzerato il cda pilotato da Andrea Agnelli. In attesa che gli scenari si chiariscano e che certe posizioni si assestino, nella cabina di comando bianconera entra un dirigente che modificherà sostanzialmente la struttura generale del club: si tratta di Damien Comolli, 53 anni, da 5 presidente del Tolosa (da cui si è dimesso ieri), club che appartiene a RedBird, come il Milan.
Comolli tra Scanavino e Giuntoli
Comolli avrà probabilmente la qualifica di direttore generale ma, al di là del nome che verrà assegnato alla sua funzione, nell’organigramma societario si sistemerà tra l’ad Maurizio Scanavino e il direttore del football Cristiano Giuntoli: è dunque evidente come la nuova figura dirigenziale limiterà l’autonomia decisionale dell’uomo che ha gestito la parte sportiva del club nelle ultime due stagioni. In società rientrerà Matteo Tognozzi, che dopo un’esperienza di 16 mesi come ds del Granada ritroverà il ruolo di capo dello scouting che aveva ricoperto in bianconero fino al 2023, firmando tra le altre cose le scoperte di Yildiz, Soulé e Huijsen, il giocatore che è costato a Giuntoli le critiche più severe da parte della proprietà: venduto al Bournemouth per 15,2 milioni più 3 di bonus, neanche 10 mesi più tardi è finito al Real Madrid per 58.
Gli obiettivi di Giuntoli
Resta il fatto che finora Giuntoli ha centrato gli obiettivi che gli erano stati indicati: l’abbattimento del costo di stipendi e ammortamenti, il ringiovanimento radicale della rosa e la qualificazione alla Champions. La scelta di abbracciare una nuova filosofia affidandosi a Thiago Motta era stata ampiamente condivisa, il rendimento scadente degli acquisti più cari (Koopmeiners, Douglas Luiz, Nico Gonzalez) neanche lontanamente preventivato e la patata bollente Vlahovic (costi massimi, resa minima) un’eredità della gestione precedente, con cui si era aperta una voragine nei conti, adesso di nuovo in sicurezza.
La posizione in crescita di Chiellini
Ora bisognerà vedere come Giuntoli si conformerà alla nuova struttura, che lui aveva puntellato con due uomini di sua fiducia, Pompilio e Stefanelli: Comolli, Tognozzi e Chiellini (che si occupa del settore corporate, ma la cui incidenza sta crescendo) non lo sono e d’ora in avanti il suo lavoro sarà al vaglio di un dirigente che ha una solida competenza calcistica e non più di un tecnico della gestione aziendale come Scanavino. Comolli è stato giocatore e allenatore nelle giovanili del Monaco, poi ha ricoperto ruoli diversi, da osservatore a direttore tecnico, con Arsenal, Saint-Etienne, Liverpool, Tottenham, Fenerbahçe. È un seguace del moneyball, cioè del reclutamento dei giocatori basato sull’analisi statistica, mentre sia Giuntoli sia Tognozzi preferiscono da sempre il giudizio dell’occhio, la valutazione sul campo. Il tempo dirà se la convivenza è possibile o se il ridimensionamento dell’attuale dt finirà per sfumare in un addio.