La contestazione alla squadra e lo scontro verbale tra Dusan Vlahovic e alcuni tifosi della Curva Sud, uno secondo la ricostruzione della Juventus, sono la prima vera spaccatura tra l’ambiente e la Juventus di Thiago Motta. Anche se sono passati solo quattro giorni dalla spumeggiante notte di Champions contro il Manchester City, il capitolo finora più esaltante della stagione bianconera, i tifosi non hanno fatto sconti al decimo pareggio in campionato, arrivato contro l’ultima in classifica, il Venezia.
Juve, i numeri non aiutano
Oggi il mondo juventino è in corto circuito: da un lato la tifoseria organizzata che imputa la mancanza di attributi alla squadra, dall’altra un gruppo che, seppur tra mille difficoltà e con errori strutturali alle spalle, sente di aver dato il massimo anche se i risultati non sono dalla sua parte. Differenti posizioni che non aiutano nella ricerca della serenità, necessaria per provare a invertire i numeri: nella storia della Serie A, come riporta Opta, “solamente due squadre dopo aver pareggiato almeno 10 delle prime 16 partite di campionato, hanno poi chiuso nei primi 5 posti della classifica finale: la Roma (10 pareggi nel 1954/55) e l’Inter (12 nel 2004/05)”.
Cosa è successo tra Vlahovic e la Curva Sud
A rendere ancora più complicato ricomporre la frattura ci ha pensato il duro scontro a fine partita tra un Vlahovic elettrico e la curva bianconera. Nervoso dopo aver segnato la rete del pari, un po’ con il portiere del Venezia, Stankovic, ma anche per il clima che si respirava all’Allianz Stadium, il centravanti serbo ha reagito in maniera dura contro le rimostranze dei tifosi. Dal suo punto di vista, nulla può essergli imputato, almeno per quanto riguarda l’impegno, mentre dall’altra parte della “barricata”, il rendimento del centravanti, il calciatore più pagato di tutta la Serie A con i suoi 12 milioni l’anno, non è ai livelli attesi. Inevitabile la reazione di Vlahovic, che quotidianamente, oltre agli attestati di stima e di affetto di una parte del tifo, convive con le perenni critiche che lo colpiscono.
Vlahovic, messaggio ai tifosi
Secondo la ricostruzione del club, il litigio si sarebbe verificato tra il centravanti e un singolo tifoso, che l’avrebbe insultato personalmente causando la reazione del calciatore: resta da capire se, visti i mezzi tecnologici a disposizione della Juventus all’interno dell’impianto, procederà sanzionando il tifoso in questione. Il giorno dopo, nel tentativo di smorzare le polemiche, il calciatore è tornato sull’argomento, pubblicando una storia sul suo profilo Instagram: “Capisco il rammarico per gli ultimi risultati – sono state le parole di Vlahovic – e avete tutto il diritto di manifestarlo, vi ho sempre rispettati dando tutto per la maglia e vi ringrazio per il supporto che ci date quotidianamente. Ora è importante continuare a sostenere la squadra e ripartire UNITI tutti insieme #finoalla fine”. Chiudendo con due cuori, ovviamente uno bianco e uno nero.
Come risolvere il caso Vlahovic
Oggi Dusan Vlahovic è un caso, e non potrebbe essere altrimenti. Nonostante sia l’attaccante che, in quest’anno solare, ha segnato di più in Italia (22 gol), le critiche lo accompagnano quotidianamente. Di contro la tifoseria identifica in lui gran parte delle cause del cammino stentato dei bianconeri: se c’è chi ha deciso di concedere tempo e giustificazioni al nuovo corso, è innegabile che una parte dei sostenitori sia impaziente, compresa una frangia che ancora rimpiange Allegri. Minima ma ancora influente negli ambienti della curva. Il post partita con il Venezia è stato un momento chiave per il futuro del centravanti serbo, ancora in piena trattativa con il club per il rinnovo ma sempre più distante dal bianconero. Un amore mai nato, o quantomeno mai costante e incondizionato: quando segna viene sopportato, quando non segna è il pomo della discordia.
La questione Allianz Stadium
Oltre alla questione ambientale, quest’anno giocare in casa non è mai stato un fattore per la Juventus. Nelle nove partite disputate in campionato, soltanto tre sono state vinte dai bianconeri contro Como, Torino e Lazio. Dodici punti lasciati sul proprio campo, che pesano inevitabilmente sulla classifica e che in parte giustificano la distanza dalla vetta dei bianconeri. Punti persi, visto che se i pareggi con Napoli e Roma possono essere anche preventivati, quelli con Cagliari, Parma, Bologna e Venezia, fanalino di coda, sono dei veri e propri passi falsi. Se da un lato la Juventus è ancora imbattuta, dall’altra i dieci pareggi, arrivati anche contro squadre nettamente inferiori, sono sintomo di un problema: non un malanno debilitante, ma un costante malessere che alla lunga ha sfibrato l’animo e disilluso i tifosi. Facendo affiorare i nervi tesi e la brace che covava sotto la cenere.