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Juventus ancora nel segno di Vlahovic: 1-0 al Genoa

Dopo aver segnato nella prima giornata, il serbo si ripete anche a Marassi lasciando i bianconeri a punteggio pieno

Genova – Nessuno però riesce, o vuole, separarsi, né lui né la Juventus, che prenderà un altro giocatore offensivo, perché a Tudor serve (arriva Zhegrova dal Lille, Nico Gonzalez va all’Atletico Madrid), ma potrebbe anche non aver bisogno di un altro centravanti, visto che questo 9 fa un gol ogni 20’. Lui non tocca il tema e ha imparato a non cadere nella trappola della sua stessa impulsività: «Penso solo a entrare, a fare bene, a fare gol. Sono molto contento di aver potuto aiutare la mia squadra oggi e spero di continuare così anche nel futuro».

«La cronaca della gara»

Vlahovic, l’ansia trasformata in freddezza

Da quando è una riserva, se non addirittura un rinnegato, Vlahovic sembra aver fatto pace con sé stesso: ha trasformato l’ansia da prestazione, che lo attanagliava quando sembrava che tutto dipendesse da lui e lui non azzeccava mai uno stop, in una rabbia sorda però incanalata in una freddezza impeccabile. Non sbaglia una mossa, una parola. «È sempre sul pezzo in ogni allenamento, concentrato, lucido. È un esempio», lo ha benedetto Tudor. Il compagno Thuram si è addirittura spinto a definirlo «un leader di questa squadra», strana definizione per un indesiderato che a un certo punto sembrava che volesse rimanere quasi per dispetto: però adesso sta aprendo alla possibilità di un rinnovo di contratto, quasi come se volesse mettere la firma su una vittoria personale dopo mesi di incomunicabilità.

A Marassi festival dell’agonismo

Vedremo che succederà oggi («Io non mi aspetto niente», glissa Tudor). Intanto ieri la Juve ha incassato la seconda vittoria su due, anche questa di pura concretezza e, per una volta, senza il contributo dirimente di Yildiz: buon segno. È stata una partita basata sul furore perché entrambe le squadre amano buttarla sull’agonismo, sui duelli, sui ritmi frenetici e insomma sulle onde musicali ed emotive del pubblico di Marassi, che adora fare da colonna sonora a spettacoli che gli somiglino. La Juve ha vinto in quanto più forte, ma il Genoa non ha demeritato e in definitiva ha pagato due episodi, cioè il fatto che sul corner decisivo la squadra fosse in dieci perché Ellertsson era rimasto a bordo campo dopo le cure (Vieira però non se l’è presa con l’arbitro, bensì con l’ingenuità del suo staff) e la traversa colpita di testa da Masini nel sesto minuto di recupero, poco dopo una parata risolutiva di Di Gregorio su Ekuban. Marassi ha palpitato e poi applaudito tutti, appagato dall’ardore generale.

Genoa-Juventus 0-1 (0-0)

Genoa (4-2-3-1) Leali 6.5 – Norton-Cuffy 6.5, Ostigard 5, Vasquez 6, Martin 6 – Masini 6.5, Frendrup 6 (32’ st Ekhator sv) – Ellertson (32’ st Vitinha sv), Carboni 6 (20’ st Malinovskyi 5.5), Stanciu 5 (20’ st Thorsby 6) – Colombo 5.5 (33’ st Ekuban sv). All. Vieira 6.

Juventus (3-4-2-1) Di Gregorio 7 – Gatti 6.5, Bremer 6, Kelly 7 – Kalulu 6, Locatelli 6 (17’ st Koopmeiners 6.5), Thuram 6, Joao Mario 5.5 (17’ st Kostic 6.5) – Conceiçao 5 (38’ st Nico Gonzalez sv), Yildiz 6 (45’ st McKennie sv) – David 5 (17’ st Vlahovic 7). All. Tudor 6.5.

Arbitro: Chiffi 6.

Rete: 28’ st Vlahovic

Note: ammoniti Joao Mario, Ostigard, Koopmeiners. Spettatori 30 mila circa.

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