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Juventus-Benfica 0-2: bianconeri ai play-off e fischiati, ora Motta rischia

Disastro all’Allianz Stadium: un gol per tempo dei portoghesi

TORINO – Il futuro non è un tabellone di Champions con relativi incroci (e comunque, Milan o Psv Eindhoven ai play-off), il futuro è capire cosa farne di questa Juventus sconcertante e smarrita. L’allenatore, ma per quanto ancora?, la osserva a lungo con le mani in tasca, sembra il ragazzino ginnasiale di fronte alla prima versione di greco: apre il vocabolario e non ci capisce niente. Thiago Motta appare ormai incapace di qualunque manovra di governo, improvvisa le soluzioni che non possiede: la sua squadra, imbattuta fino a sabato, ha perso male due volte in cinque giorni e adesso ci si domanda se sarà lui a pagare, nel caso anche molto presto. Il pubblico fischia a valanga con la ferocia che nasce dalla delusione, dal troppo tempo passato a immaginare che la nuova Juve fosse meglio di quella vecchia, e che il progetto, il “fantasioso progetto” nelle parole dello scaricato Danilo, potesse ridare volto, dimensione e sicurezza a un gruppo di anime vaganti. Invece niente.

«la cronaca della partita»

L’infortunio di Kalulu e il primo gol

Il Benfica, a sua volta assai in difficoltà nella campagna europea, si è mangiato la Juventus senza spalancare nemmeno troppo le fauci. Unica attenuante, debole, dei bianconeri, è l’avere incassato il primo gol dopo l’infortunio muscolare di Kalulu, con Locatelli appena entrato ma non calato nel ruolo di difensore centrale, del resto come potrebbe. Lo sbandamento di un attimo si è trasformato nella sofferenza di una notte. Lo svantaggio ha sgretolato in un istante le poche certezze juventine: nemmeno un tiro in porta fino alla chiusura del tempo, e il Benfica non ha raddoppiato nel recupero soltanto per via di un miracolo di Perin (si sa che Motta ruota tutto, portieri e capitani, stavolta la fascia è toccata a McKennie). Nemmeno il cambio di quattro titolari ha sortito effetto, e il Vlahovic senza concorrenza (Kolo Muani non poteva essere schierato) non ha rivisto la porta o il gol. Una pena.

Motta in bilico

La paura di non esserci mai, di non esserci più, ha paralizzato i bianconeri per il resto della gara, rendendo estemporanei e inutili i tentativi di pareggio: difatti è stato il Benfica a colpire ancora, e di nuovo nel vuoto difensivo, in quella morbidezza dove chiunque sembra potersi accomodare. Il pubblico ha provato a incoraggiare il gregge fino al tuono di fischi con cui l’ha riaccompagnato negli spogliatoi. E adesso? Improbabile, per non dire quasi impossibile, che il fantasioso progetto di Motta possa scavallare l’estate, ma qualcosa di drastico potrebbe accadere anche prima: è vero che esonerare l’allenatore in corsa non è abitudine sabauda, però da queste parti hanno perso la panchina uomini reduci da freschissimo scudetto, ovvero Sarri e Allegri, e ad altri come Pirlo non è stato permesso di perseverare. C’erano altri dirigenti ed era un altro club, d’accordo, ma la ragione esistenziale più che sociale della Juventus non può cambiare: qui si deve vincere, o almeno andare sempre in campo per farlo. Gli spettri, pur se eleganti nel gesto o nel verbo, di solito li accompagnano alla porta.

Il tabellino di Juventus-Benfica

Juventus 0

Benfica 2 (17’ pt Pavlidis, 35’ st Kokcu)

Juventus (4-2-3-1): Perin – Weah, Gatti, Kalulu (16’ pt Locatelli), McKennie – Thuram (16’ st Koopmeiners), Douglas Luiz – Conceicao, Yildiz, Mbangula (16’ st Nico Gonzalez) – Vlahovic. All. Motta.

Benfica (4-3-3): Trubin – Tomas Araujo (47’ st Rego), Antonio Silva, Otamendi, Bah – Florentino, Aursnes, Kokcu (47’ st Rollheiser) – Di Maria (27’ st Aktürkoglu), Pavlidis (39’ st Amdouni), Schjelderup (27’ st Barreiro). All. Lage.

Arbitro: Kovacs.

Note: ammoniti Vlahovic, Otamendi e Bah. Spettatori 41.402

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