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Juventus, Ciro Ferrara punta su Vlahovic: “I suoi gol li fa sempre”

L’ex allenatore bianconero: “Bisogna saper gestire le critiche e servono i rinforzi giusti”

RIAD — Alla Juventus di oggi servirebbe Gianluca Vialli. «Il giocatore, certo. Ma anche il capitano, il leader». A dirlo è Ciro Ferrara, invitato dalla Serie A a Riad per la finale di Supercoppa. In campo sono scese Inter e Milan, ma poche ore prima del match i discorsi degli ex campioni arrivati nella capitale saudita si sono concentrati sul momento della squadra di Motta. «Thiago deve far capire di avere obiettivi importanti. Il primo giorno che sono arrivato alla Juventus mi hanno detto: dobbiamo vincere. Sono passato da critiche e momenti difficili, ma ho sempre avuto ben presente che nel Dna e nella storia bianconeri la vittoria è centrale», ha detto l’ex difensore, che a Torino ha giocato 11 stagioni vincendo tutto, ma ha avuto meno fortuna da allenatore (subentrò a Ranieri a maggio 2009, fu esonerato e sostituito da Zaccheroni a gennaio 2010).

Ferrara: “Motta ha quattro problemi da risolvere”

Dovendo ordinare le priorità che aspettano Motta, Ferrara non ha dubbi: «Thiago ha quattro problemi. Deve entrare in Champions, provare a vincere lo scudetto, portare a casa un titolo. E, solo al quarto posto, giocare bene. Ha sostituito un allenatore vincente. Anche Sarri, arrivato a Torino con la speranza del bel gioco, ha vinto senza far vedere in campo quel che aveva mostrato il suo Napoli. Conceiçao al Milan come prima cosa ha detto che punta a fare un gol più degli avversari, se possibile senza subirne».

Ferrara: “Alla Juventus servono i gol di Vlahovic”

Pragmatismo, quindi. E poche illusioni sulle capacità taumaturgiche del mercato. «La sessione di gennaio non è facile. È meglio prendere giocatori che già conoscono il nostro campionato, gente d’esperienza. Poi non vanno dimenticati i pregi di Vlahovic. Sicuramente può migliorare nella gestione del pallone, nella capacità di giocare con la squadra. Ma i gol li garantisce. Con ogni probabilità andrà in doppia cifra». E conosce l’ambiente. «Nella mia Juve non c’era un solo leader, erano tanti i giocatori con esperienza e con un ruolo. Ai nuovi arrivati facevamo subito capire come ci si allenava, qual era lo spirito», dice l’ex numero 2 della squadra di Trapattoni, Lippi e Capello. E invita i giocatori a non lasciarsi prendere dallo sconforto: «Bisogna saper gestire le critiche. La Juve non è abituata a lottare per entrare in Champions. Ma nemmeno può illudersi di tornare a vincere nove scudetti di fila. Servono concentrazione e concretezza».

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