Torino – «Sono nel calcio da 25 anni e ho visto di tutto», dice Thiago Motta. E allora cosa volete che sia l’abitudinarietà di una panchina dai bulloni allentati che possono svitarsi del tutto a ogni partita che viene, inclusa quella di oggi a Firenze. «Un allenatore è in discussione dal momento in cui firma il contratto e io stesso mi metto in discussione ogni giorno. La cosa più difficile è mantenere la calma e restare lucidi per fare un’analisi attenta sulla nostra attualità: è questo che sto cercando di fare»: è così che il tecnico della Juventus affronta questa complicatissima “attualità” che non prevede un domani definito, perché lo si può scoprire soltanto di giorno in giorno. Infatti, «la priorità non è il mio futuro, ma la partita con la Fiorentina»: quello che verrà lo può scoprire soltanto giocando e, possibilmente, non perdendo.
Motta e la vicinanza della proprietà
La situazione non è delle più semplici, perché qualunque scenario presenta degli elementi di fragilità cui soltanto i risultati (almeno un punto oggi, il quarto posto alla fine) possono restituire stabilità. «Mi ha fatto piacere la grande vicinanza della proprietà», ha sottolineato l’allenatore. Lo ha fatto due volte, per rimarcare il concetto e quasi volesse distinguere la proprietà, che sovrintende all’intero progetto triennale avviato l’estate passata, dalla società, che lo sta mettendo in atto con la supervisione di Giuntoli, anch’egli per forza di cose sotto osservazione.
Con la Fiorentina attesa la terza grande reazione
In settimana John Elkann ha spedito a Thiago un sms di fiducia (vai avanti per la tua strada, siamo al tuo fianco, questo il senso del messaggio) ma è anche vero che dopo il catastrofico 0-4 con l’Atalanta né la proprietà né la società hanno detto nulla di pubblico o ufficiale, lasciando che l’allenatore rosolasse sulla graticola delle critiche e del malcontento popolare: forse la ragione è che mancavano argomenti chiari da esporre, perché il vero problema della Juventus e della sua “attualità” è l’assoluta mancanza di certezze, da cui discende l’abbondanza di insicurezza che poi si vede in campo, anche se in questa stagione la squadra ha quasi sempre trovato il modo di reagire nei momenti più bui. Dopo le due coppe perdute, per esempio, ha battuto Cagliari e Verona.
Vlahovic rischia una nuova panchina
Firenze è però una trasferta più scomoda, benché anche Palladino non sia esattamente nelle grazie ai tifosi: lo sta tenendo a galla il cammino in Conference League, competizione che tuttavia non presenta grandi asperità fino alle semifinali. Thiago Motta in settimana ha lavorato su qualche cambiamento all’assetto, provando anche Vlahovic e Kolo Muani in coppia, ma alla fine il serbo rischia di partire dalla panchina lo stesso.