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Juventus-Manchester City 2-0: Vlahovic e McKennie, grande passo avanti dei bianconeri

Contro la squadra di Guardiola sempre più in crisi, gli uomini di Thiago Motta conquistano una vittoria importantissima

Torino – La Juve ha dato una lezione e forse anche una punizione al frastornato Guardiola, che ancora una volta non ci ha capito un’acca di come si devono schiudere le squadre chiuse: probabilmente non l’ha imparato neanche stavolta e quindi ripeterà in futuro l’errore che in passato gli è pure costato una finale. Questo gli può invece costare la Champions, perché i bianconeri lo hanno spedito in zone pericolosissime di classifica intanto che loro hanno riscoprivano il piacere della vittoria, della felicità, dell’ambizione, finanche dell’esaltazione per una vittoria ai limiti della perfezione, in stile assolutamente tradizionale e senza discussioni che la possano offuscare: 2-0, la differenza c’è tutta. “E’ la vittoria dell’anno”, ha detto Thiago Motta.

«La cronaca della gara»

La Juve ha fatto non solo quello che poteva, ma quello che doveva, evitando la tentazione di sfidare il City sul suo stesso terreno: nel confronto tra le due squadre che maggiormente esercitano il possesso palla, era chiaro che una avrebbe dovuto rinunciarvi e che sarebbe stato saggio se fossero stati i bianconeri a farlo. Così è andata. Thiago Motta non ha osato peccare di presunzione, ha lasciato la palla a Guardiola e s’è organizzato per giocare come bisogna fare contro il City, anche il City malaticcio la cui estenuante tiritera dei palleggi somiglia al gesto stracco di chi pesta l’acqua nel mortaio, mentre la Juve ha trovato sul campo delle eccellenze che hanno annullato le differenze tecniche (Danilo, Di Gregorio) e ridato colore, e dunque fiducia, mentre i reduci di Guardiola continuavano a giocare guardandosi allo specchio, senza riconoscersi.

Juve capace di difendere anche in dieci

La Juve non ha trovato disdicevole difendersi anche con nove o dieci uomini in area: perché dovrebbe esserlo, dopotutto, se il City è stato attirato in un imbuto e c’è cascato dentro con tutte le scarpe. I bianconeri ci hanno messo un po’ a fidarsi del contropiede e in buona sostanza di loro stessi, ma il tempo e l’atteggiamento hanno dato loro ragione: disponendosi a maglie strettissime, bloccando i terzini, arretrando i mediani, hanno ingabbiato sia chi dribblava (Doku, Grealish, Bernardo) sia il monumentale (nel senso che era immobile come un monumento) Haaland. Ha trovato qualche spazio solamente Gündogan, ma lontano dalla porta, mentre De Bruyne qualche spiraglio è andato a scavarselo con il suo genio, tipo quando ha liberato con un colpo sensazionale Haaland in piena area. La parata a una mano di Di Gregorio sul pallonetto del norvegese non è stata però da meno.

Vlahovic e McKennie affondano Guardiola

La Juve ha capito che il momento giusto sarebbe arrivato e l’attesa è stata premiata da un’azione che ha coinvolto Conçeicao, Yildiz e infine le doti acrobatiche di Vlahovic tra due errori consecutivi di Gvardiol e quello definitivo di Ederson, lentissimo di riflessi. A portieri e stopper invertiti avrebbe vinto il City, ma è classe anche la concentrata risolutezza dei difensori di Thiago Motta, per non dire Di Gregorio che a metà ripresa ha bissato la prodezza del primo tempo con un’altra parata mondiale su Gündogan. Il City, toccato nell’orgoglio, ha alzato un po’ i ritmi, ma ormai la Juve era in stato di grazia, ogni cosa ha funzionato alla perfezione e portando al 2-0: Danilo ha stoppato Doku e lanciato in campo aperto McKennie, che ha scambiato con Weah e chiuso il triangolo con una sforbiciata volante, molto simile a quella con cui nel 2020 segnò al Camp Nou. Alla fine la Juve ha vinto di grazie e forza, mentre Guardiola si perdeva dentro sé stesso.

Juventus (4-2-3-1) Di Gregorio – Savona, Gatti, Kalulu, Danilo – Locatelli, Thuram (24’ st McKennie) – Conceiçao (24’ st Weah), Koopmeiners, Yildiz (40’ st Mbangula) – Vlahovic (40’ st Douglas Luiz). All. Thiago Motta.

Manchester City (4-1-4-1) Ederson – Walker, Dias, Gvardiol, Lewis – Gündogan – Bernardo Silva, De Bruyne, Grealish (42’ st Matheus Nunes), Doku (33’ st Savinho) – Haaland. All. Guardiola.

Arbitro: Turpin (Fra).Reti 8’ st Vlahovic, 30’ st McKennie

Note: ammoniti Grealish, Bernardo Silva. Spettatori 40.890.

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