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Juventus-Milan 2-0: con Mbangula e Weah i bianconeri tornano a vincere

Maignan, con problemi muscolari, tiene in piedi i rossoneri fino alla rete che ha sbloccato il match. Prima sconfitta per Conceiçao, Thiago Motta ritrova i tre punti dopo più di due mesi

TORINO — La Juventus ha smesso di pareggiare nell’occasione più appropriata, perché in questa fase della stagione non esisteva partita più importante di questa sorta di spareggio con il Milan per l’obiettivo che alle due grandi resta. Conceiçao ha incassato la sua prima sconfitta da quando è tornato in Italia, ma d’altronde in campionato anche quando ha acciuffato il risultato lo ha fatto senza convincere mai con il gioco, confermando che il problema principale (e di sicuro di non l’unico) di questa squadra zeppa di difetti non era certo Fonseca. Al contrario, la Juve ha ribadito l’ottima prestazione di Bergamo, ha conservato l’imbattibilità e si è rilanciata alla grande nella corsa al quarto posto: Thiago Motta sta finalmente cominciando a riscuotere i crediti del suo ottimismo. E il mercato gli porterà rinforzi che la concorrenza si sogna.

I miglioramenti della Juventus

Sul 2-0 finale non c’è discussione. L’equilibrio è durato un tempo soltanto, il primo, che la Juve ha giocato con coraggio e il Milan con attenzione e personalità: ne è venuta fuori una partita interessante e senz’altro migliore delle due già giocate in questa stagione tra campionato e Supercoppa, nonostante diverse sbavature tecniche disseminate qua e là tra l’una e l’altra squadra. Ma non è mai mancata la voglia di provarci, perciò i ritmi sono rimasti alti per tutto il tempo e nessuno s’è messo a tergiversare. La Juventus ha subito ribadito che l’ottima prestazione di Bergamo non era un caso isolato, anche se ha faticato a dare spessore al suo gioco e i pericoli sono arrivati con i tiri da fuori (Mbangula e Koopmeiners), mentre è stato Di Gregorio il primo portiere a mettersi al lavoro: la sua parata al 26’ sul destro a colpo quasi sicuro di Leao (cui sono seguiti, nella stessa azione, due tentativi di Hernandez respinti dalla folla di bianconeri e rossoneri che nel frattempo s’era assembrata in area) è stata salvifica. Poco più tardi Leao ha pescato il liberissimo Théo, che ha spedito addosso a Gatti un colpo di testa in solitudine e da posizione favorevole.

La fragilità del Milan

Ma il Milan, di questi tempi, dura un tempo solo e stavolta è stato il primo. L’intervallo ha infatti azzerato ogni tipo di equivalenza tra le due squadre, nonostante la Juventus avesse perso Yildiz, rimpiazzato da Weah, per un problema all’adduttore. Non c’è stata più partita: i bianconeri hanno dimostrato che, quando hanno spazi (e il Milan gliene ha lasciati parecchi), il loro gioco sa scorrere velocemente e verticalmente, anche senza un centravanti classico al quale riferirsi, o forse proprio per quello. La ripresa si è aperta con un doppio tentativo di Weah e Koopmeiners, che di fatto hanno sparato addosso a Maignan, ma è parsa subito evidente la nettezza della superiorità juventina. Il Milan è sparito. Se nel primo tempo la difesa rossonera aveva retto bene, il centrocampo aveva tenuto il passo e Leao qualche volta il panico l’aveva seminato, nel secondo si sono confermati solamente i difetti, in particolare quelli dei due disastrosi terzini esterni. E se Hernandez ha giocato male per svagatezza, Emerson ha continuato a farlo per debolezza, dimostrandosi una volta ancora totalmente inadeguato. Mbangula lo ha messo in croce fin dall’inizio e c’è stata una logica che sia stato il giovane belga a siglare il vantaggio approfittando della marcatura lasca del brasiliano, che per giunta ha toccato volontariamente il tiro a giro del bianconero, rendendolo imparabile per Maignan. L’azione era stata condotta da Thuram e Nico Gonzalez, tra i più pallidi nella prima parte e tra i più brillanti nella seconda.

L’infortunio di Maignan

Stavolta la Juve non s’è fatta riprendere e soprattutto non ha mai lasciato intendere che potesse accadere: sarà che il Milan è evaporato, ma comunque i bianconeri hanno continuato a tenere il piede sull’acceleratore risultando micidiali nella ripartenze, a cominciare da quella che ha portato al 2-0, originata da una percussione centrale di Thuram che ha servito Weah, il quale s’è giovato di un doppio errore di Tomori (prima gli ha lasciato troppo spazio per l’inserimento, poi per il tiro) per stecchire Maignan con un diagonale di sinistro. Nell’occasione il portiere non è stato irreprensibile, ma era da un po’ che accusava problemi all’adduttore destro e nella circostanza non è proprio riuscito a spingere sulle gambe. Aveva senso tenere in campo un portiere infortunato? La partita è finita lì, perché la reazione del Milan è stata irrilevante e in cambi di Conceiçao non hanno apportato alcunché: la Juve ha finalmente esercitato il controllo senza patemi, tenendosi la convinzione che questa potrebbe essere la partita in grado di dare un indirizzo diverso al futuro.

Il tabellino di Juventus-Milan

Juventus 2 (14’ st Mbangula, 19’ st Weah)

Milan 0

Juventus (4-2-3-1): Di Gregorio – McKennie, Gatti, Kalulu, Cambiaso – Locatelli, Thuram (38’ st Fagioli) – Yildiz (1’ st Weah), Koopmeiners (30’ st Douglas Luiz), Mbangula (45’ st Adzic) – Nico Gonzalez (38’ st Vlahovic). All. Thiago Motta.

Milan (4-1-4-1): Maignan – Emerson (29’ st Camarda), Gabbia, Tomori, Hernandez – Fofana – Musa, Bennacer (18’ st Jimenez), Reijnders (34’ st Terracciano), Leao – Abraham (34’ st Jovic). All. Conceiçao.

Arbitro: Massa.

Note: ammoniti Bennacer e Emerson. Spettatori 40.784.

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