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Juventus, nuova inchiesta per falso in bilancio

Perquisiti vari studi legali in merito ai compensi ai quali i calciatori bianconeri hanno rinunciato durante la prima ondata della pandemia.

Il quotidiano “La Stampa” ha riportato che ci sarebbero state nuove perquisizioni nelle sedi della Juventus su ordine dei magistrati, che avrebbero mosso l’accusa di falso in bilancio per quanto riguarda i quattro mesi di stipendio a cui i calciatori avrebbero rinunciato nel 2020, quando scoppiò la prima ondata della pandemia di Coronavirus.

Le perquisizioni avrebbero avuto come oggetto anche diversi studi legali sparsi tra Torino, Roma e Milano, nei quali sarebbero state depositate delle scritture private tra società e calciatori che riguardano le retribuzioni degli stessi studi nei due anni di pandemia.

Al centro dell’accusa ci sono le quattro mensilità su cui i calciatori e la società avevano trovato un accordo per un rinvio alle stagioni seguenti durante la prima ondata del Covid, tuttavia per la magistratura tutto ciò sarebbe avvenuto senza la contestuale rilevazione a bilancio della posizione debitoria.

Per la questione plusvalenze sono stati indagati il presidente Andrea Agnelli, il vice Pavel Nedved e alte cinque persone, tra dirigenti ed ex dirigenti. La Juventus è chiamata in causa in qualità di persona giuridica e, sul fronte della giustizia penale, in caso di condanna rischia una forte sanzione pecuniaria.

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