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Juventus-Parma 2-2, i bianconeri perdono il terzo posto

Gara ricca di emozioni che però ha evidenziato come la squadra di Thiago Motta abbia smarrito alcuni equilibri

Torino – È dunque questa, la Juventus cui tocca abituarsi? È già finita l’epoca del gioco avaro ma dal risultato sicuro, visto che nessuno riusciva a farle gol? L’avventura torinese di Thiago Motta non è una linea retta ma una strada di spigoli e angoli, e dietro ogni angolo qualcosa di inatteso. L’era del calcio di ordine e disciplina sembra già un ricordo lontano, adesso è il tempo di questa strana allegria che produce partite frenetiche e disordinate, senza logica né raziocinio: ci sono i dribbling, l’entusiasmo, la difesa spalancata, gli errori oratoriali, l’ostinazione dei coraggiosi e insomma tutto quello che sa fare una squadra che deve imparare, giovane d’età e non ancora forte di spirito, anche se fino a un paio di settimane fa lo sembrava.

«La cronaca della gara»

Juventus-Parma è stata Inter-Juventus in miniatura, il festival dell’attacca tu che attacco anch’io ma senza le prelibatezze tecniche di San Siro e con molti sbagli in più, però anche qui non c’è mai stato un attimo per tirare il fiato, avrebbe potuto vincere chiunque e fino all’ultimo (salvataggio sulla linea di Delprato su Yildiz, prima però Charpentier e Almqvist erano arrivati soli in area ma s’erano impappinati, permettendo a Di Gregorio e Gatti di salvare) e poi non ha vinto nessuno, come spesso capita al luna park.

Squadre giovani e spensierate

Ora, sul concetto di divertimento molti juventini, abituati a celebrare un altro tipo di tradizioni, avranno senz’altro qualcosa da ridire, ma questa è la fase che i bianconeri stanno attraversando e tocca in qualche modo assecondarla. Il Parma l’ha fatto. D’altronde è l’unica squadra del campionato più giovane della Juve, che per la prima volta s’è confrontata con un avversario dello stesso piano in quanto a esperienza e maturità. La squadra di Pecchia ha giocato meglio, è stato più bella, più organica, più collettiva e se avesse in difesa (portiere compreso) almeno metà del talento che può sprigionare dalla metà campo in su (Bernabé ha un sinistro di caratura mondiale) avrebbe vinto non solo questa ma almeno la metà delle partite che finora ha pareggiato o perduto, cioè 9 su 10.

Juve, quanti rischi in contropiede

Ha scialato una decina di contropiede costruiti benissimo e in modo vario, inciampando sempre un attimo prima di arrivare alla perfezione. I due gol li ha fatti con un difensore (Delprato di testa) e un incursore (Sohm) a capo di un’azione che ha coinvolto Mihaila e Man e sconvolto al Juve, del tutto disinteressata a guardarsi alle spalle quando attaccava. Dopo l’1-2, Danilo ha chiesto sconsolato a Gatti: «Dov’eri?». «Di là», ha risposto quello.

La Juve, rispetto al Parma, ha attaccato in maniera più continua ma più frenetica, usando l’elettricità mai statica di Conceiçao e l’entusiasmo disperato di tutti. Anche lei ha segnato su palla ferma (McKennie di testa, assist di Weah) e poi con un’azione corale (Weah, assist di Conceiçao: esattamente come a San Siro), ma troppo spesso ha buttato palloni in area un po’ a casaccio e nei momenti difficili non ha fatto che affidarsi al portoghesino, spesso marcato da tre del Parma, e poi a Yildiz quando è entrato. Nessuno s’è preoccupato di non abbandonare Gatti e Danilo, già in difficoltà per conto proprio, a loro stessi.

Juventus-Parma 2-2 (1-2)

Juventus (4-1-4-1) Di Gregorio – Cambiaso, Gatti, Kalulu, Cabal (14’ st Savona) – Locatelli – Conceiçao, McKennie (26’ st Koopmeiners), Thuram (39’ st Fagioli), Weah (14’ st Yildiz) – Vlahovic. All. Thiago Motta.

Parma (4-2-3-1) Suzuki – Hainaut, Delprato, Balogh, Coulibaly – Keita (1’ st Hernani, 29’ st Camara), Bernabé – Man (39’ st Cancellieri), Sohm, Mihaila (24’ st Almqvist) – Bonny (24’ st Charpentier). All. Pecchia.

Arbitro: Zufferli.Reti: 3’ pt Del Prato, 31’ pt McKennie, 39’ st Sohm, 4’ st Weah

Note: ammoniti Vlahovic, Conceiçao. Spettatori 40.809.

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