“Con Thiago Motta si è creato subito un ottimo feeling, è una persona con cui condividiamo passo passo tutte le situazioni. È una persona estremamente delicata, determinata, attentissima ai dettagli e sicuramente anche molto ambiziosa”. Maurizio Scanavino, ad della Juventus (è anche ad di Gedi, gruppo che edita Repubblica) è soddisfatto dopo il ritiro in Germania. Una prima fase della preparazione alla nuova stagione che ha seguito quotidianamente in prima persona. Nell’intervista rilasciata a TuttoSport, riferendosi sempre al nuovo tecnico, spiega poi come per l’ex allenatore del Bologna la base su cui fondare una squadra sia “l’attitudine a collaborare dei singoli”.
Scanavino sul mercato della Juventus
Riguardo al mercato, entrato ora nella fase calda, Scanavino sottolinea come “competitività e sostenibilità non siano uno slogan. Pur restando competitivi per vincere”. Un esempio: “Bremer non lo abbiamo venduto, anzi gli abbiamo rinnovato il contratto. E avevamo offerte molto interessanti sotto il profilo economico, ma la cessione seppure remunerativa ci avrebbe indebolito, quindi abbiamo detto no”. Chissà se un giorno la Juventus tornerà a comprare un top player come Cristiano Ronaldo. “Se intendiamo Ronaldo come esempio di top player – precisa l’ad bianconero – allora sì. Non escludo che un domani non possa arrivare un top. Certo, vogliamo anche essere capaci di crearli noi, puntando sui giovani o su giocatori di talento che non sono ancora esplosi al massimo”.
Scanavino: “Nascerà uno stadio per Women e Next Gen”
Per portare avanti questa idea, servono le strutture. “Quello di costruire uno stadio per la Next Gen e Women – spiega Scanavino – è un progetto che prenderemo in analisi a breve se non già questa stagione, magari la prossima. Sicuramente ci piacerebbe costruire una casa per la Next Gen e per le Womens. Poi dove si farà, come si farà, non posso ancora dirlo. Però l’idea rimane nelle nostre volontà”.
Scanavino: “Vicinanza di John Elkann importante per tecnico e squadra”
Parla al plurale l’ad bianconero, perché la dirigenza e lo staff tecnico hanno alle spalle una proprietà di famiglia attenta a ogni dettaglio, una rarità nel calcio dei fondi. “La Juventus si basa su una proprietà che è la stessa da cento anni, un elemento unico nel mondo dello sport. Queste sono le fondamenta. La visita di John Elkann nel primo giorno di ritiro ha fatto sentire a Motta e alla squadra la presenza e l’impegno della famiglia. Sono cose che vengono percepite in modo forte dal tecnico e dai giocatori. Non c’è un azionista anonimo, qui tutti sanno cos’è e cosa rappresenta la famiglia Agnelli nella storia di questo club”.