Sette giorni di fatiche in Germania, per far attecchire le idee di Motta nella testa dei calciatori e mettere carburante nelle gambe. Il 3-0 contro il Norimberga ha lasciato perplessa una parte di critica e di tifoseria, anche se le dinamiche dell’estate sono differenti. L’avanzamento della preparazione, differente tra i tedeschi di Klose e la Juventus, il pesante lavoro estivo, il mercato che cambierà volto alla squadra, il ritorno dalle vacanze di titolari chiave. Difficile valutare l’avanzamento dei lavori dai numeri del tabellone del Max Morlock Stadion: dopo il ritiro di Herzogenaurach sarebbe un errore fermarsi al risultato, vale per tutti in tutte le categorie. Se il calcio d’agosto è ricco di illusioni, quello di luglio lo è ancora di più: nel 2014 la prima Juve di Allegri perse 2-3 con i dilettanti del Lucento e a giugno si ritrovò a Berlino a giocarsi la finale di Champions. Esaltarsi o abbattersi oggi sarebbe un errore.
La preparazione fisica e i concetti di gioco
Quanto hanno inciso i carichi di lavoro e le nuove idee di gioco di Motta? Indubbiamente tanto, fisicamente e mentalmente. “Siamo nel mezzo di un cambiamento”, ha riassunto Perin, che a Herzogenaurach ha confermato di essere una delle colonne dello spogliatoio, nel buonumore ma anche dopo la prima sconfitta, presentandosi davanti ai microfoni. Senza fare drammi, perché il lavoro affidato a Colinet è stato pesante: non ha risparmiato nessuno gettando le basi per una stagione che si preannuncia lunghissima, da metà agosto al prossimo luglio tra campionato, Coppa Italia, Champions League, Supercoppa e Mondiale per club: impossibile pensare di partire subito forte. Lavoro estivo che sarà la base per le idee di Motta, basate su tecnica e tanto pallone: per farlo, però, servono velocità e intensità.
Il calcio di Thiago Motta
Si è già visto qualche germoglio in Germania? Sicuramente, iniziando dal 3-0 finale. Può sembrare una provocazione, ma per essere propositivi è necessario rischiare e con il Norimberga, seppur appesantita, la Juventus l’ha fatto sfaldandosi nel finale. Questa sarà una delle grandi differenze con il passato. Nel primo tempo sono emersi i movimenti senza palla di Thuram e Locatelli, la rete di centrocampo che ha provato a sopperire alle lacune in fase di gestione della palla. Nella ripresa, alzando la qualità, si sono viste la riaggressione, la scelta di allargare il gioco sfruttando tutto il campo e puntando sugli esterni, gli unici a creare pericoli al Norimberga, la densità in mezzo. Anche la mancanza di ruoli fissi: Cambiaso è partito esterno sinistro e si è anche ritrovato a operare da mezzala destra, i difensori centrali, con una linea molto alta, hanno avuto libertà: quando le gambe si coordineranno con la testa, saranno un valore aggiunto anche in avanti, come successo con Calafiori a Bologna.
Gli assenti e il mercato
Quanto cambierà la Juventus con gli innesti previsti? Sarà una squadra completamente diversa. Già da lunedì, quando rientreranno Bremer, Danilo e Yildiz e arriverà Douglas Luiz, il livello tecnico crescerà esponenzialmente. Djalo ha lavorato duramente a Herzo, ma ha mostrato la ruggine accumulata da un anno lontano dai campi, mentre Cabal è stato preso per giocare esterno, pur non disdegnando il ruolo di centrale. Con Bremer, e con l’imminente arrivo di Todibo, ci sarà un salto di qualità enorme. Danilo potrà sfruttare le sue doti di lettura, Douglas Luiz si piazzerà a centrocampo a fianco di Thuram. Ma il vero valore aggiunto saranno l’eventuale arrivo di Koopmeiners e il ritorno di Yildiz, visto che proprio in fase di rifinitura è mancato qualcosa: l’assalto all’olandese inizierà la prossima settimana, Giuntoli conta di scardinare la resistenza dell’Atalanta con i fondi recuperati da Huijsen e Soulé oltre che dalle cessioni di Rugani, McKennie, Szczesny e De Sciglio. Per poi far partire l’assalto agli esterni, uno in prestito (Conceicao?), uno a titolo definitivo, con Adeyemi preferito al pur ottimo Galeno. Una squadra nuova, in definitiva.
Gli aspetti da migliorare
Tutto procede per il meglio, quindi? In teoria sì, ma non bisogna sottovalutare la difficoltà del progetto. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, da portare a termine in pochissimo tempo. Il 19 agosto inizierà il campionato, il 29 la fase a gironi della Champions League: gli arrivi differiti e il mercato ancora in corso (“Arriveranno quando arriveranno quelli di cui abbiamo bisogno, non dubbi che costruiremo una squadra competitiva”, ha spiegato Motta) non facilitano il compito al tecnico bianconero. Servirà tempo per vedere la creatura del tecnico paulista, per vedere Vlahovic inserito nel sistema in cui giocare per i compagni è importante quanto segnare, per poter avere la densità a centrocampo e il dinamismo nel recupero palla. La difesa dovrà limitare le amnesie, si passerà da una linea a tre ad una a quattro, gli esterni bassi non saranno più ali ma terzini. Una rivoluzione copernicana che, come tutte le svolte epocali, ha bisogno di pazienza, disponibilità, che non è mancata nel ritiro tedesco, e anche un po’ di fortuna. Il gruppo è apparso solido nella fatica, dovrà esserlo anche nelle difficoltà: senza abbattersi, né esaltarsi. Proprio come nei giudizi dopo una sola amichevole.