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Katia Serra: “Vi spiego come far crescere ancora il calcio femminile, ma ora basta errori”

L’ex azzurra, commentatrice Rai, e la sua ricetta per la Nazionale donne: “Accogliere la richiesta delle bambine, aiutare con risorse concrete e avere visibilità costante”. E sul ct Soncin: “Bravo a cancellare dinamiche tossiche”

Katia Serra, lei che è una delle pioniere del calcio femminile in Italia, ci spiega perché questo Europeo è stato così importante?

“Arrivare in semifinale in un torneo così non ci era mai capitato, le ragazze sono comunque arrivate a un minuto e mezzo dal battere l’Inghilterra campione in carica. Un risultato che va esaltato. Le finali del 1993 e del 1997 erano arrivate quando partecipavano solo otto squadre. Stavolta fin dal sorteggio si era visto che c’era uno spiraglio per far bene, ma la Nazionale ha saputo cogliere l’occasione”.

È tornato l’entusiasmo attorno alle azzurre?

“Lo hanno riacceso con le prestazioni, hanno trasmesso a chi le guardava la loro emozione. Le bambine sognano di nuovo di diventare come Cristiana Girelli. Ora però è indispensabile che tutte abbiano la possibilità di giocare”.

Come si può preservare l’eredità degli Europei?

“Bisogna costruire una base più solida. Il numero delle praticanti da noi è il più basso rispetto alle altre semifinaliste, perché in passato quando c’era da mettere a frutto l’energia generata dal movimento non ci siamo fatti trovare preparati. Adesso dobbiamo esserlo. La richiesta di una bimba di giocare deve essere accolta a qualunque costo, sia in squadre femminili sia miste, se necessario. Per averne la forza, è necessario allargarsi sul territorio. Sarebbe un autogol perderne anche solo una per strada”.

In Svizzera c’è stato il coronamento di un percorso iniziato con i quarti al Mondiale del 2019?

“Anche da prima, quando i club maschili hanno accolto al loro interno la sezione: si è passati da allenamenti serali a quotidiani, da staff risicati a gruppi pieni di competenze. In Francia abbiamo stupito tutti perché siamo arrivate pronte. Poi però sono stati commessi troppi errori”.

Si riferisce all’ultimo periodo con Bertolini?

“Gli Europei 2022 e i Mondiali dell’anno dopo sono stati disastrosi. L’Italia aveva buone potenzialità, ma sono state sperperate. Soncin ha cancellato dinamiche tossiche e gerarchie e si è lasciato alle spalle un passato nebuloso. Le ragazze si sono rimesse in discussione, andandosi a conquistare la maglia azzurra ogni giorno. Così il ct ha ricostruito in una squadra smarrita fiducia, autostima e sicurezza nei propri mezzi”.Quale è la strategia giusta per il futuro?

“Tre cose: accogliere la richiesta delle bambine, aiutare con risorse concrete società regionali e provinciali che sono in difficoltà e avere una visibilità sui media costante, non solo contestualizzata al grande evento. Sarebbe positivo che i riflettori si attenuassero, che non si spegnessero del tutto”.

Soncin dovrebbe iniziare un processo di svecchiamento della rosa?

“Il cittì ha sempre scelto di volta in volta chi stava meglio, continuerà così. Prendete Girelli: lo scorso dicembre faticava e mai avrebbe pensato di venire in Svizzera, poi ha cambiato marcia ed è tornata ad essere un simbolo dell’Italia. Il bello del calcio”.

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