FIRENZE – La classifica cannonieri della serie A, dopo 12 giornate, è un inedito. La comandano due attaccanti della Nazionale: Retegui con 11 gol e Kean con 8. Dopo anni in cui Immobile sembrava quasi un intruso, in mezzo a frotte di goleador stranieri e i ct dovevano industriarsi per cercare il gol dai centrocampisti e dai difensori, la tendenza potrebbe essersi invertita. E con Daniel Maldini talento da coltivare e Raspadori affidabile eclettico, le prospettive cambiano, come ai tempi di Vieri e Pippo Inzaghi, poi di Toni e Gilardino. Con una non irrilevante differenza: l’idea che Retegui (6 gol con l’Italia finora) e Kean (5) possano anche formare una coppia.
Boninsegna: “Kean e Retegui possono giocare insieme”
Il dibattito è aperto. Lo introduce una voce autorevole: “Sì, Kean e Retegui possono giocare insieme. Hanno caratteristiche complementari. L’uno può girare anche al largo, l’altro è davvero il classico centravanti d’area. E tutti e due hanno il fiuto del gol. Era da tempo che non capitava una congiuntura del genere”. La benedizione della potenziale coppia d’attacco del futuro della Nazionale arriva da un centravanti simbolo della Nazionale: Roberto Boninsegna, eroe dell’Italia anni Settanta, e autore, in maglia azzurra, di reti certamente storiche, su tutte le due al Mondiale messicano del 1970 (nella semifinale del 4-3 alla Germania Ovest e con l’illusorio pareggio nella finale col Brasile) e l’ultima 50 anni fa all’Olanda, nella partita che, con Bernardini e Bearzot in panchina, gettò il seme del Mundial argentino e poi del trionfo del 1982 in Spagna.
Spalletti: “Sono adatti a giocare accanto”
Se Spalletti ha rilevato come la coesistenza tra il centravanti della Fiorentina e quello dell’Atalanta non sia tecnicamente impossibile, Boninsegna si è spinto oltre: “Le coppie da gol nascono per la chimica, ma anche per oggettive caratteristiche tecniche e tattiche. Con Gigi Riva, ad esempio, l’intesa era naturale, non occupavamo gli stessi spazi. A me sembra che Kean e Retegui siano adatti a giocare accanto, per come si muovono e per gli spazi che potrebbero crearsi reciprocamente. Retegui è uno molto sveglio, non perde un secondo in area e punta subito al gol. Ma questo, in generale, mi pare finalmente un periodo fortunato. Anche Daniel Maldini potrebbe fare coppia con uno dei due: ha talento e intuito. Abbiamo aspettato tanti anni. Adesso c’è di nuovo una generazione prolifica”.
Il che, secondo l’ex centravanti sbocciato in A nel Varese, prima della gloria con il Cagliari, l’Inter e la Juventus, è spesso una questione puramente casuale: “Certo, è passato tanto tempo senza una vera coppia gol, ma non credo che sia dipeso dai sistemi tattici scelti dai vari ct. Semmai, è successo perché non c’era più l’abbondanza dei miei tempi, quando i goleador erano sei o sette e le coppie non mancavano. Ricordo che, dopo me e Riva, sbocciarono nel Torino Graziani e Pulici”.
La formula giusta
Tatticamente, per trovare due punte pure complementari (la fase dei numeri 10 catalogati come fantasisti, Baggio, Del Piero, Zola e Totti, introduce un altro modello storico dell’attacco della Nazionale), bisogna risalire a Rossi-Bettega di Argentina ’78. Ogni paragone, per Kean e Retegui, è ovviamente prematuro e impegnativo, senza contare che con Belgio e Francia è ancora probabile che i due non partano insieme dall’inizio, ma che la formula sia quella col centravanti e un trequartista alle sue spalle: Retegui o Kean, insomma, più Maldini o Raspadori. E il leggero dolore a una caviglia, l’attuale intoppo per Kean, lascia pensare che a Bruxelles possa essere Retegui a cominciare. Ma poi, se il campionato e le coppe continueranno a fornire le stesse indicazioni, la gara per la coppia d’attacco delle qualificazioni mondiali ricomincerà da zero.