TORINO — Con il gol che ha fatto crollare il muro del Verona, Khephren Thuram si è preso definitivamente la Juventus. Il centrocampista francese è nato a Reggio Emilia, la città del Tricolore: la parte sognatrice dei tifosi bianconeri ha interpretato questo particolare come un segno del destino, visto che in questo momento, grazie alla sua rete e a quella di Koopmeiners, i bianconeri sono a -6 dalla vetta con undici partite da giocare. Mettendo da parte momentaneamente la corsa allo scudetto, difficile da ipotizzare senza un salto di qualità a livello di continuità, il successo contro il Verona ha consacrato definitivamente Thuram. Una battaglia vinta dalla tifoseria, che ha richiesto a gran voce un suo maggior impiego quando Motta gli lasciava le briciole di partita. Oggi il figlio di Lilian, “il figlio unico” come cantano i sostenitori bianconeri evidenziando la rivalità con il fratello Marcus dell’Inter, è il punto di riferimento della mediana in coppia con Locatelli.
Perché Thuram non giocava titolare
Nelle ultime otto partite, il più giovane della famiglia Thuram è partito titolare soltanto tre volte, offrendo prestazioni convincenti che hanno fatto sorgere la domanda sul perché non fosse titolare inamovibile della Juventus. Tanto più che contro l’Empoli, forse la peggior partita della squadra in questa stagione, era stato uno dei migliori, trovando anche la meravigliosa rete che aveva riacceso le speranze fino al crollo ai calci di rigore. “Sono nel calcio da più di 20 anni, non sono incompetente”, aveva risposto Motta alla vigilia della partita con il Verona, mettendolo in campo contro la squadra di Zanetti: la risposta del francese è stata quella che tutti si aspettavano. Thuram ha tolto dal pantano veronese una Juventus in impasse, più psicologico che tecnico, finalizzando una bellissima azione collettiva, partita dai piedi di Locatelli e Kolo Muani, passata dalla penetrazione con assist di Cambiaso e conclusa dal suo gol. Una prestazione come al solito ficcante, fatta di inserimenti, gioco di rottura e conclusioni. Senza Champions e Coppa Italia non sarà facile dare spazio a tutti i protagonisti della rosa: un posto per lui, però, sembra sempre più una necessità.
Thuram-Locatelli, la coppia perfetta
A inizio stagione i nomi attesi erano altri. Complici le difficoltà di Koopmeiners, la cessione di Fagioli e la necessità di coniugare copertura e qualità dal centrocampo in su, Thuram ha trovato al fianco di Locatelli il posto giusto. Una coppia ben assortita, la spina dorsale della squadra che riesce a coniugare qualità e quantità: i margini di crescita sono ancora tanti per l’ex Nizza, classe 2001, che a inizio stagione ha alternato prestazioni convincenti ad altre meno ficcanti, momenti difficili e infortuni ad altri brillanti e convincenti. La svolta nella sua stagione è arrivata il 29 dicembre contro la Fiorentina, giorno del suo primo gol in Serie A: in realtà contro i viola segnò una doppietta, non sufficiente però per i tre punti in palio.
I numeri della stagione di Thuram
Al suo primo anno in bianconero ha segnato quattro reti, tre in campionato e una in Coppa Italia, quella contro l’Empoli, distribuendo altrettanti assist in 2206 minuti: leggendo i numeri emerge che il problema del suo utilizzo è relativo esclusivamente all’ultimo periodo della stagione, quello per giunta in cui la Juventus è stata eliminata dalla Champions e dalla Coppa Italia. Nella volata di fine stagione, in cui i dettagli faranno la differenza e potrebbero trasformare la corsa per il quarto posto in qualcosa di più, o viceversa, Thuram sarà un punto fermo della squadra. Non più il “fratello di Marcus” o il “figlio di Lilian”: oggi è semplicemente Khephren, il perno del centrocampo bianconero.