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Klopp serve agli Stati Uniti come all’Italia

La rubrica “È sempre domenica”

Gli Stati Uniti hanno un grosso problema di leadership. Alla Casa Bianca? Certo. Ma anche sulla panchina della nazionale di calcio (soccer). In Copa America sono stati umiliati, eliminati da Panama. Fra due anni ospiteranno i Mondiali ed è l’ultima chiamata per uno sport nel quale hanno sempre promesso e mai mantenuto. Sono passati trent’anni dall’edizione che organizzarono nel 1994, immaginandosi campioni a inizio millennio. Non proprio. Hanno battuto perfino i pachistani a cricket, ma nel calcio: niente. E allora? Il coach Gregg Berhalter ha fallito e rifarlo nel 2026 potrebbe voler dire rimandare tutti i ragazzini sul diamante del baseball e tutti i Messi in Europa. Proposte? Una sola. Chiamate Klopp. Quando il gioco si fa molle i duri insegnano a giocare. C’è chi si è dichiarato disponibile ad andarlo a prendere a nuoto in Spagna dove si sta rilassando. La giusta rivoluzione comincia dal manico. Klopp accetterebbe? Aveva detto che si sarebbe preso un sabbatico. Lo aveva detto anche Spalletti…

E qui si voleva arrivare. Se per gli Usa un Mondiale sbagliato sarebbe una sentenza di condanna per l’Italia lo sarebbe in cassazione, dopo due eliminazioni al primo turno e due mancate qualificazioni. Confrontando il curriculum e l’esito recente stiamo peggio noi. Abbiamo più bisogno noi di Klopp o di qualcuno che gli somigli. Parere personale: per la Nazionale è meglio un allenatore federale (come furono Bearzot e Vicini) oppure un maestro internazionale (in parte perfino Mancini lo era diventato). Niente in mezzo. Spalletti, spesso ottimo allenatore di club, era dannato prima di cominciare. Uno che provenga da una squadra del campionato difficilmente può funzionare. Ha troppi pregiudizi, nel bene e nel male. Esempio? Il trattamento “filiale” assicurato a Di Lorenzo. Si sono maturate opinioni e avversioni verso società, giocatori, media. Non si ha la mente libera. Si è affogati in una realtà che non si vede con il necessario distacco. Non si crea soggezione. Quanti dei 26 reduci dal peggiore degli Europei avranno voglia di rispondere alla prossima chiamata? I giocatori parlano tra di loro come studenti dei professori: chi tra i non ancora convocati desidererà esserlo? E non sarebbe meglio con Allegri. La panchina nazionale a un tedesco? I sovranisti non obiettino: ne hanno candidato uno, benché naturalizzato, a sindaco di Firenze. Non passi lo straniero? In Brasile sono ancora fieri di aver boicottato Ancelotti? Più che una proposta, si dirà, è una provocazione. O lo è stata una partita come Usa-Panama? O Italia-Svizzera?

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