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Kosta Runjaic, l’allenatore venuto dal nulla che fa sognare l’Udinese. E che si ispira a Jfk

Il tecnico dei friulani arriva dalla periferia del grande calcio. Ma sta stupendo grazie al suo gioco che ha proiettato i bianconeri in testa alla classifica. Dai “funny games” alle calamite per individuare i giocatori: vi raccontiamo i suoi segreti

“Kosta, chi è costui?”. Nel calcio globalizzato del 2024 l’arrivo di un nuovo allenatore in Serie A, lo scorso 14 giugno, ha costretto tifosi e appassionati a cercare lumi sul web. Tanti non conoscevano il tedesco Runjaic, l’ex tecnico del Legia Varsavia scelto dall’Udinese per sostituire Fabio Cannavaro, che pure aveva salvato la squadra dalla B all’ultima giornata del campionato passato vincendo lo scontro diretto in casa del Frosinone. L’uomo accompagnato da un grande punto interrogativo ha mostrato fin dalla presentazione grandi capacità dialettiche, giocando proprio sulla sua (mancata) fama: “Quando il presidente Kennedy, nel 1958, disse che in dieci anni l’uomo sarebbe sbarcato sulla Luna, nessuno gli credette. Nella vita possiamo sognare in grande. Sono un self made man, vendevo assicurazioni, ora alleno in Serie A: non mi sono mai posto limiti”. E continua a non porseli adesso, con l’Udinese in testa alla classifica con sette punti – gli stessi di Inter, Juventus e Torino – dopo tre turni di campionato in cui ha affrontato, prima del neopromosso Como, una squadra che gioca in Champions, il Bologna, e un’altra iscritta all’Europa League, la Lazio.

Lo spettacolo al Kaiserslautern, l’esonero al Monaco 1860

Anche Nicolas Linner, giornalista della Bild, il quotidiano tedesco più venduto, definisce l’approdo in Serie A di questo tecnico di 53 anni, nato a Vienna da una famiglia di origini slave, “una grande sorpresa, almeno in Germania. I tifosi si erano dimenticati di lui, non allena qui dal 2016, l’anno dell’esonero nel Monaco 1860”. Ecco, il Monaco 1860. L’eccezione che spinge oggi Runjaic a dire: “Ho lavorato in sette club, in sei ho migliorato squadra e giocatori”. La sua carriera era decollata nella seconda divisione tedesca, con il biennio 2013-2015 al Kaiserslautern, in cui ha proposto un calcio offensivo e raffinato, una rarità in un campionato da sempre molto fisico e decisamente meno tecnico. I due quarti posti – alle soglie dei play-off promozione, a cui accede la terza in classifica – gli hanno negato il sogno di allenare in Bundesliga ma lo hanno portato al Monaco 1860, dove poteva contare su una rosa di livello, in cui spiccava il croato Ivica Olic, titolare nel 2010 nella finale di Champions persa con l’Inter dall’altro club della città bavarese, il Bayern: “Una piazza importante, tifosi fantastici, tanta visibilità, anche se in seconda divisione: Kosta non poteva dire no”, spiega Linner, che però aggiunge: “Il Monaco 1860 ha la fama di squadra pazza, da sempre attraversata da mille turbolenze che creano problemi a chi ci lavora. Runjaic le ha pagate con un esonero precoce: a novembre era già a casa. Ha dovuto ricostruire la sua carriera e ha preso una decisione coraggiosa: ripartire dalla periferia del calcio europeo, dal Pogon Stettino, club di metà classifica in Polonia”.

La vittoria sull’Aston Villa, la chiamata della Serie A

Cinque stagioni coronate con due terzi posti in campionato e poi, nel 2022, il salto di qualità col trasferimento a Varsavia, nel Legia, dove il tecnico tedesco ha vinto una Coppa nazionale e una Supercoppa. Non lo “scudetto”, che è stato conquistato da due avversarie alla loro prima volta: il Rakow Czestochowa nel 2022/2023 e lo Jagiellonia nella stagione successiva, quando però in Conference League il Legia ha battuto gli inglesi dell’Aston Villa e gli olandesi del’Az Alkmaar, passando il turno nel girone.

Il coro personalizzato dei tifosi dell’Udinese

Due successi che hanno giocato un ruolo nella scelta a sorpresa dell’Udinese, dove ora i dubbi sono già ricordi: lo stadio di casa apprezza il suo gioco offensivo, un 3-4-2-1 in cui brillano la fantasia del francese Florian Thauvin e i gol di Lorenzo Lucca, convocato in Nazionale a marzo da Luciano Spalletti prima dell’infausto Europeo azzurro. Un calcio aggressivo e proficuo: i friulani sono la seconda squadra per contrasti fatti in Serie A, hanno ricevuto dieci ammonizioni in tre partite di campionato, trasformando in gol il 67% dei tiri nello specchio della porta. Runjaic si è già meritato un coro personalizzato, scandito anche durante i primi due allenamenti aperti al pubblico. Ne seguiranno altri, perché – dice Nicolas Linner – “Kosta è un uomo molto intelligente, ama il rapporto con i tifosi, è aperto con la stampa e spende molto tempo nel dialogo con i giocatori”. Sta studiando l’italiano ma con i calciatori – in uno spogliatoio che da decenni non conosce confini – bastano l’inglese e il tedesco, che parla col portiere Okoye, nigeriano di passaporto ma nato e cresciuto in Germania, e soprattutto col nuovo direttore dell’area tecnica, lo svizzero Gokhan Inler, che nell’Udinese ha giocato da regista dal 2007 al 2011: il confronto è continuo con lui e con i due vice, i polacchi Przemyslaw Malecki e Alex Trukan.

Runjaic, i “funny games” e i video emozionali

Runjaic è maniacale nell’organizzazione del lavoro, gli allenamenti sono molto intensi, ma intervallati da momenti divertenti, come i “funny games” che abbiamo visto durante la preparazione estiva. Le fitball, le palle giganti di gomma, rimbalzavano per il campo inseguite dai giocatori: una sfida tra le risate per cementare un gruppo che il tecnico tiene saldo anche lavorando sugli aspetti motivazionali. I video proiettati trasmettono emozioni, le lavagne negli spogliatoi si riempiono di frasi e di pensieri, annotazioni sugli avversari, sulla tattica, sulla squadra, sui singoli giocatori, riconoscibili grazie alle calamite personalizzate, con i loro volti e i loro nomi.

Dal Riesling al Prosecco, brindisi e successi

Un lavoro in profondità che scandisce le giornate dell’allenatore nel centro sportivo dell’Udinese. Come già in Polonia, il tecnico tedesco ha deciso di non portare con sé la famiglia: la moglie, dentista, e i tre figli, due maschi e una femmina di 24, 17 anni e 16 anni (il primo si è da poco laureato) sono rimasti in Germania, nel Rheingau, la piccola regione famosa nel mondo per il vino Riesling. Non è un caso se il nuovo tecnico bianconero abbia confessato il suo amore per il Prosecco italiano. E un brindisi se lo merita davvero, Kosta Runjaic, l’uomo che in tre mesi ha trasformato i punti interrogativi in sorrisi.

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