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La borsa o la vita sportiva: Mancini, Sinner e il bivio dell’Arabia infelice

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Arabia infelix. Ti riempie di soldi ti svuota di dignità. Negli ultimi giorni si è visto il ct della nazionale di calcio, Roberto Mancini, che guadagna fra i 20 e 30 milioni netti l’anno, farsi sbeffeggiare da un gruppo di tifosi non tra i più competenti dopo un pareggio con il Bahrein. Prenderne un quinto e discutere con Bergomi non era meglio? Il tennista russo Daniil Medvedev ha incassato 21 mila dollari al minuto per farsi strapazzare da Sinner su un campo di cristallo a Riad. Certo, ci sono masochisti che pagano, ma un bel torneo in Europa dove magari ne avrebbe guadagnati altrettanti a set, arrivando pure in finale? E Cristiano Ronaldo, con il suo contratto da 200 milioni di dollari a stagione, lui così attento all’immagine sul web, lo sa che ormai i video più visti sono quelli dei suoi sbagli e non quelli delle sue prodezze? Perché non si è comprato una squadra nel traffico invece di vendersi a una nel deserto?

C’è una tristezza da tintoria ferragostana nello sportwashing saudita: l’aria ha un odore chimico, le lavatrici girano, gli abiti scorrono appesi sugli appositi sostegni, ma dentro non c’è niente, non un’anima. Nelle partite di campionato la sola cosa bella sono gli stadi. Questo Six Kings (impropriamente chiamato slam) assomiglia a un reality, in cui una regia ha scelto i concorrenti (la superlega del tennis) e deciso le eliminazioni, per arrivare alla stessa finale che (Tas permettendo) vedremo negli anni degli anni a venire. Più che trattamento di pulizia per un regime sembra una forma di doping economico per chi si sottomette. Aumenta le diseguaglianze, dà a chi già di più ha ricevuto. Quel che non torna è che proprio questi, i re, siano disposti a farsi vedere nudi.

La carriera di un atleta è (o era) breve, ma un allenatore con quasi tutta la vita davanti o un fuoriclasse con quel conto corrente alle spalle hanno davvero uno stimolo che somigli anche vagamente alla necessità? Poiché non ci si fanno illusioni sulla natura umana le tentazioni non potranno essere combattute con la persuasione, ma con la sanzione. Quello per l’Arabia infelix dovrebbe diventare un bivio: dopo la curva non si torna indietro. Puoi terminare la tua carriera laggiù, ma non rientrare in un campionato europeo e devi chiudere con la nazionale. Puoi benissimo giocare a tennis con i re, ma non partecipare poi alle Atp Finals. O la borsa o la vita sportiva, già abbastanza compensata. Che poi il tempo nel deserto ti invecchia in fretta e rende di suo impossibile riproporti: avete presente Rudi Garcia a Napoli dopo un anno all’Al Nassr?

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