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La confessione di El Shaarawy: “Ho dei rimpianti, nella mia carriera potevo fare di più”

L’esterno, mai utilizzato da Spalletti: “Il ct mi ha provato in quattro ruoli. Il problema della squadra? Tendiamo a strafare, c’è troppa foga”

ISERLOHN – “Potevo fare di più. Sì, ho dei rimpianti”. Stephan El Shaarawy non si nasconde. Dal ritiro di Iserlohn l’esterno della Roma, mai utilizzato da Spalletti in questo Europeo, confessa che cambierebbe qualcosa della propria carriera.

El Shaarawy, hai esordito in Nazionale nel 2012: per questi 12 anni hai dei rimpianti?

“Tutti puntiamo a essere sempre nei top. Sì, ho qualche rimpianto, potevo fare qualcosa in più. Ma ho sempre cercato di dare il massimo per le mie possibilità. Essere qui oggi dopo questi anni è un grande privilegio. Volevo esserci e ci sono riuscito: anche se non sto giocando è una grande gratificazione avere la possibilità di essere in squadra”.

Perché non hai mai giocato?

“Io sono sempre pronto per fare un po’ tutto. Il mister mi ha provato esterno alto, a sinistra a destra, esterno nel centrocampo a quattro, come quinto. L’ho fatto anche nella Roma, so che devo adattarmi. Ma anche giocando poco i calciatori possono risultare decisivi, come ha fatto Zaccagni nell’ultima partita. Bastano anche 5, 10 minuti. Con la coscienza mi sento a posto perché sto lavorando bene”.

Qual è il problema maggiore?

“Un giocatore a volte con questa maglia tende a strafare, e cade nella foga di fare troppo, si è poco lucidi. Ma il lavoro degli attaccanti nell’ultima partita è stato super positivo. Poi magari a livello qualitativo non è semplice. Ma l’impegno c’è stato, in tutte le tre partite. È una squadra di giocatori seri che si sta allenando bene”.

Cosa vi ha dato quel gol nel recupero? Di cosa vi ha arricchito?

“Ci ha dato una grande emozione, è stato il gol qualificazione, eravamo tutti molto contenti. Ci ha dato consapevolezza che questa squadra non molla mai. Un gol nel recupero è anche una qualità, di una squadra che ci crede fino all’ultimo. Non è stata una partita eccezionale dal punto di vista della qualità, come con l’Albania. Ma grande impegno di tutti, e qualificazione secondo me meritata”.

Le critiche le percepite? Come le state vivendo?

“Penso ci sia grande aspettativa, grande pressione. Perché siamo una squadra forte, che secondo me può arrivare fino in fondo. Abbiamo una grande responsabilità ma penso che questa squadra sia fatta da grandi calciatori e grandi uomini che sanno soffrire insieme e gioire insieme. Nelle ultime due partite potevamo fare meglio per qualità e coraggio. Ma come ho detto a Coverciano dobbiamo avere l’ambizione di essere protagonisti in questo torneo”.

In campo sembravate contratti. Soffrite il carattere di Spalletti?

“Abbiamo avuto in alcune circostanze poco l’ambizione di giocare. Siamo mancati un po’ nella testa, nell’ambizione di andare a far male. Abbiamo però provato a proporre ciò che ci chiede il mister, un calcio offensivo e propositivo. Ma dobbiamo migliorare”.

Che evoluzione dobbiamo aspettarci in questo torneo?

“Il mister ci chiede molto il palleggio, più che la verticalizzazione. Fraseggiare per poi andare sugli esterni, cosa che ci è un po’ mancata: gli esterni erano sempre liberi e con un passaggio in meno potevamo cercarli prima, e questo non è avvenuto”.

Pensa che la Svizzera sia contenta di affrontare l’Italia e non la Croazia?

“Nessuna squadra è contenta di giocare contro l’Italia. Ha una storia, una grande storia. È campione in carica. Non è mai semplice, si è visto con la Croazia. Anche con la Spagna abbiamo provato a fare il nostro gioco, poi loro sono stati più bravi. Ma l’ambizione deve essere giocare a viso aperto con tutti. Faremo lo stesso con la Svizzera. Perché il nostro obiettivo è arrivare fino in fondo”.

È vero che avete detto a Spalletti che vi trovate meglio con la difesa a tre?

“Per me il modulo cambia poco. Più che del modulo bisogna parlare di come approcciamo alla gara, nel duello, nell’uno contro uno, cose in cui per me possiamo migliorare molto”.

Spalletti lo vede nervoso?

“Lo vedo carico nel modo giusto. Esigente, pretende tanto come è giusto che sia. Ma lo vedo positivo e fiducioso”.

Lei, Mancini, Cristante e Pellegrini siete insieme anche a Roma, ma solo Lorenzo sta giocando con continuità di voi.

“Siamo un bel gruppo, che si diverte e sta bene insieme. Giocare di più? Sono scelte del mister, Mancini è abituato a giocare sempre, ma si allena a mille, come me e Bryan e Lorenzo. Mai un lamento, nemmeno sotto tono, come tutti gli altri. Ci alleniamo forte in attesa della chiamata”.

È contento del rinnovo di Daniele De Rossi con la Roma?

“Molto, ci siamo trovati subito bene, lo conoscevamo ma non come allenatore. Si è dimostrato tecnico molto capace, anche nel dialogo con i calciatori”

Che Svizzera si aspetta?

“Mi aspetto un ritmo molto alto, lo hanno dimostrato con la Germania. Hanno gamba e grande qualità. Sono sempre partite toste, ci sarà da affrontarla col giusto spirito, con attenzione a tutti i dettagli. Nei video lo vediamo: tanta differenza la fanno i particolari, i metri che fai per tornare a conquistare palla. Servirà molta attenzione ma siamo pronti”.

Avete guardato il lato tabellone? Le big sono tutte dall’altra parte, può diventare interessante?

“Sì, è interessante ma molto difficile. Anche squadre a livello di nome meno grandi, sono molto organizzate e riescono a fare male e a mettere in difficoltà le favorite. Non ci sono partite facili. A partire dalla Svizzera. A questo livello non ci sono avversari semplici. Ma siamo pronti ad affrontare qualsiasi partita”.

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