CHARLOTTE – Altro che Acerbi, Darmian e Mkhitaryan. Chiunque scenderà in campo oggi fra i senatori dell’Inter, nessuno potrà lontanamente avvicinare l’età, e l’esperienza, di Fábio Deivson Lopes Maciel. Con 44 anni e otto mesi, il portiere del Fluminense è di gran lunga il calciatore più anziano nel calcio maggiore. È più giovane di lui, di 26 giorni, persino l’allenatore dell’Inter, Cristian Chivu, che pure ha smesso di giocare undici anni fa. E con 1.378 partite ufficiali, è già il secondo giocatore con più presenze nella storia del calcio, alle spalle del solo Peter Shilton.
Un record a portata di mano
Il Guinness attribuisce a Shilton 1.390 presenze, ma negli archivi delle associazioni del calcio c’è traccia certa di sole 1.374. In ogni caso, Fabio è lì, pronto a superare uno dei record più longevi e resistenti del pallone a livello globale. E ha tutto il tempo per farlo, dopo che nello scorso maggio ha firmato il rinnovo di contratt con il Fluminense fino alla fine del 2026. L’obiettivo dei 1.400 match in carriera è realistico. E dovrebbe raggiungerlo da quarantacinquenne. Gli anni li compirà il prossimo 30 settembre.
Battuto il primato di Buffon
Al Mondiale per club, Fabio è diventato il portiere con più clean sheet nella storia del calcio. Grazie ai due 0-0 contro Borussia Dortmund e Mamelodi Sundowns ha prima eguagliato e poi superato Gigi Buffon con 507 partite in cui ha mantenuto la porta inviolata.
Lunga vita tra i pali
Fabio ha esordito nel 1997 con l’Union Bandeirante, club ormai scomparso. Dopo un passaggio all’Atlético Paranaense, è esploso al Vasco da Gama, dove ha vinto un titolo nazionale. Ma è al Cruzeiro che ha fatto la storia e accumulato record: 976 presenze, 2 campionati brasiliani, 3 coppe e 7 titoli statali. Capitano, simbolo, “Muro Blu” per i tifosi.
Il crollo e la rinascita
Nel 2007, un errore clamoroso nella finale statale contro l’Atlético Mineiro lo ha mandato in crisi. “Pensavo che quel gol mi avrebbe definito per sempre,” ha detto. Ma non si è arreso, si è rialzato, ed è tornato a essere il portiere sicuro ed esplosivo di un tempo. Ha trovato forza nella fede cristiana, diventata centrale nella sua vita: “Se Dio vorrà che io smetta, smetterò”, risponde quando gli si chiede del futuro. Ma Dio, evidentemente, finora non ha voluto.
Rinascita al “Flu”
Nel 2022, a 41 anni, Fabio ha lasciato il Cruzeiro per il Fluminense. Nella squadra verde-amaranto, doveva essere la riserva di Muriel ma, parata dopo parata, si è preso il palcoscenico. Resta nella storia del calcio, non solo sudamericano, la sua prestazione nella finale di Libertadores 2023 contro il Boca. L’anno dopo ha vinto anche la Recopa, ormai da titolare inamovibile.
Il segreto? Rompere le regole
Il “caso Fabio” è stato ampiamente indagato dalla stampa sportiva brasiliana, ma il segreto della sua longevità sfugge. Fa pochissima palestra, evita i massaggi, dorme appena tre ore a notte. Ma è un leader, un punto di riferimento. Non ha mai giocato titolare con il Brasile, ma non ha rimpianti. Per farsene una ragione, si appella alla religione: “Solo Dio poteva rendere possibile una carriera come la mia”, ha detto alla tv carioca.