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La Fiorentina e una città viola di rabbia: i soldi spesi sono troppi per un progetto che lascia dubbi

Zero vittorie in campionato: squadra, società e tecnico criticati e in discussione

Quattro giornate, due punti in classifica, uno in meno dello scorso anno alla stessa giornata e una crisi aperta dalla contestazione dei tifosi e della curva dopo la sconfitta contro il Como. Se l’estate era stata all’insegna dei sogni e delle ambizioni di alta classifica, con il ritorno di Stefano Pioli in panchina, con 92 milioni investiti sul mercato, la voglia di vincere un trofeo nell’anno – il 2026 – del centenario del club e con sogni di Champions in campionato, l’autunno sta invece trasformando l’inizio stagione in un incubo. Fatto di due sole vittorie, in Conference league nel play-off e nessun successo in Serie A.

La contestazione

Il ko di ieri sera contro Fabregas, in rimonta dopo il vantaggio di Mandragora che aveva illuso in una giornata diversa, è stato accolto dai cori del Franchi, critiche trasversali verso la società. I tifosi hanno invitato i giocatori a rispettare la maglia, hanno cantato “Meritiamo di più”, oltre a mettere apertamente in discussione il direttore sportivo Daniele Pradè. Un rapporto, quello tra gli ultras e il ds, che si è logorato: nel corso dell’ultima gara dello scorso anno la curva Fiesole avevano invitato Pradè e Palladino, ex tecnico dimesso a giugno dopo 65 punti, un sesto posto e il miglior risultato degli ultimi dieci anni della Fiorentina, ad andare via. Pradè, dopo aver pensato alle dimissioni, è rimasto, anche per volere della proprietà e ha risposto con tanti investimenti: 25 milioni per Piccoli, 15 per Sohm, 12 per Fazzini e i riscatti di Gudmundsson, Fagioli, oltre al rinnovo monstre di Kean a 5 milioni. Offrendo a Pioli una squadra pronta per sognare.

Pioli in discussione, ma non per la società

E invece l’inizio ha palesato difficoltà tecnico tattiche enormi, che hanno messo anche il tecnico nel mirino della critica, con la società che invece lo ha difeso: “Abbiamo una fiducia illimitata in Stefano Pioli. Lui è il nostro condottiero, è un uomo di esperienza e ha tutta la nostra fiducia, ne usciremo”, ha detto ieri Pradè dopo la partita di ieri.

Squadra in affanno

L’attacco guidato da Kean, vice capocannoniere dello scorso anno e centravanti titolare della nazionale, è il vero punto debole: l’attaccante ancora non ha trovato un gol in campionato e la Fiorentina è una delle squadre che tira meno verso la porta avversaria. Il centrocampo, rivoluzionato dal mercato, ha cambiato pelle tante volte, passando da un assetto a due, a tre per poi ritornare a due interpreti senza però che nessuno, a parte Mandragora, eccellesse, con un’involuzione preoccupante di calciatori considerati centrali nel progetto, come Fagioli. In difesa gli errori individuali e di reparto stanno facendo la differenza in negativo, De Gea più volte ha salvato i risultati, mentre Comuzzo gioiello del settore giovanile, dopo aver rifiutato un trasferimento in Arabia da otto milioni a stagione, sta rendendo al di sotto delle aspettative. Pioli, per mantenere alta la concentrazione e provare a cambiare registro, ha cancellato il giorno libero previsto per oggi cominciando già la preparazione alla sfida contro il Pisa. Un derby sentitissimo tra le tifoserie e che adesso assume un significato clamoroso. Una vittoria cambierebbe i piani ridando slancio a un progetto che, altrimenti rischierebbe già di ridimensionarsi dopo poche partite. Il tutto in attesa del ritorno in Italia di Commisso: il presidente manca a Firenze da diversi mesi e da lui adesso i tifosi si aspettano una presa di posizione.

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