Gli allenatori: Luis Enrique contro Simone Inzaghi
Luis Enrique è un allenatore maniacale, severamente democratico, onestamente rigido: mira al secondo triplete dopo quello realizzato nel 2015 con il Barcellona, ma è questo Psg il capolavoro della sua carriera, la creatura che più gli assomiglia perché l’ha modellata con le sue mani giorno dopo giorno. Una volta c’erano Neymar, Messi e Mbappé, adesso la stella è lui. Simone Inzaghi è un italianista della miglior specie, ha mediato le esigenze dell’equilibrio con il coraggio del gioco tecnico: tutti nella squadra sanno palleggiare e lo fanno benissimo e mai in orizzontale. Ma resta il contropiede la cosa più bella dell’Inter, con quegli improvvisi cambi di gioco da parte a parte, gli inserimenti da dietro, gli scambi tra i due attaccanti. Sono due maestri, ognuno nel suo genere.
Lo stadio della finale di Champions 2025
Si gioca alle ore 21 all’Allianz Arena, nota anche come Fußball Arena München: è lo stadio del Bayern Monaco, è stato inaugurato nel 2005 e ha una capienza di 70mila spettatori negli eventi Fifa e Uefa (75mila nelle altre partite). L’anello esterno ha la caratteristica di cambiare colore in base alle squadre in campo: rosso se gioca il Bayern, bianco quando c’è la nazionale tedesca.
Psg-Inter, i segreti della partita
Psg e Inter sono due squadre velocissime. I parigini un po’ di più, anche perché l’età è dalla loro parte, ma sul campo vedremo molti e rapidissimi ribaltamenti di fronte. Se il modo di attaccare e di difendere è diverso, i due centrocampi si somigliano molto, entrambi formati da un terzetto (Joao Neves Vitinha Ruiz e Barella Çalhanoglu Mkhitaryan) che mescola dinamismo, geometria, corsa, aggressività e senso del gol e i cui interpreti sono assolutamente intercambiabili.
Con quale maglia giocherà l’Inter contro il Psg
Il Psg gioca formalmente in casa e quindi vestirà la sua divisa tradizionale, che richiama il tricolore francese: blu notte, con una banda verticale rossa contornata da due striscioline bianche. L’Inter avrebbe potuto giocare in bianco e invece ha scelto la terza maglia, quella gialla con inserti neri (sembrano quasi delle impronte di pneumatico): potrebbe essere una questione di scaramanzia, visto che nell’unica sconfitta di questa Champions i nerazzurri indossavano il bianco. Lo sponsor tecnico di entrambe è la Nike.
La formazione del Psg
La squadra di Luis Enrique gioca con il 4-3-3. Formazione tipo per Luis Enrique: Donnarumma tra i pali, Hakimi, Marquinhos, Pacho e Nuno Mendes in difesa, Joao Neves, Vitinha e Fabian Ruiz nel terzetto di centrocampo, Kvaratskhelia, Dembélé e Barcola nel tridente offensivo.
Lo formazione dell’Inter
Inzaghi gioca con il 3-5-2 e recupera tutti gli acciaccati. Davanti a Sommer giocheranno Pavard, Acerbi e Bastoni in difesa, poi Dumfries e Dimarco esterni, Barella, Çalhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo. In attacco Lautaro ritorna e affianca Thuram.
Le tattiche di Psg e Inter
Sia nel Psg sia nell’Inter funzionano benissimo le sovrapposizioni sulle fasce, senonché i francesi, con la loro difesa a quattro, sono più audaci. Da loro Hakimi si aggiunge a Doué (o a Barcola) e Nuno Mendes a Kvara, formando di fatto una linea a cinque, mentre Dumfries e Dimarco compongono con Lautaro e Thuram un fronte d’attacco a quattro. Però l’Inter sfrutta spesso e benissimo gli inserimenti a sorpresa dei difensori, cioè Pavard e soprattutto Bastoni, mentre Pacho e Marquinhos restano alti ma non si sganciano mai. Nel gioco degli attaccanti, l’Inter si basa sugli stretti scambi di palla tra Lautaro e Thuram, il Psg su quelli di posizione tra Doué (o Barcola), Dembélé e Kvara.
I duelli in campo
Il confronto parte dai portieri Donnarumma e Sommer sono stati tra i migliori di questa Champions ed entrambi sono risultati decisivi nei turni a eliminazione diretta. Stile e fisico sono diversi, l’efficacia è la stessa. Un’altra chiave del match saranno le volate di Hakimi (unico ex in campo) e Dumfries, che ne prese il posto all’Inter: sono due esterni spesso irrefrenabili. Dumfries ha il vantaggio di fronteggiare il punto debole del Psg, Nuno Mendes: già con il Barcellona si è visto come l’olandese abbia saputo approfittare della situazione. Dembélé è il giocatore dell’anno in Francia e forse anche in Europa, nonché il peggior cliente possibile per Acerbi, che va a nozze quando ci sono centravanti statuari cui montare la guardia (la marcatura di Haaland ha fatto scuola) ma può andare in difficoltà se gli avversari schierano un falso 9. Col falso 9 del Barcellona, Ferran Torres, non ha però avuto problemi. Infine sarà interessantissimo il gioco di specchi tra Joao Neves e Barella, due giocatori che si somigliano come gocce d’acqua anche se l’interista è più strutturato fisicamente. L’altro, però, ha appena vent’anni.
Il percorso dell’Inter
L’Inter ha (quasi) dominato la prima parte di Champions, incassando un solo gol che le è costato l’unica sconfitta (a Leverkusen). Dagli ottavi in avanti è stata invece “pazza” come piace ai suoi tifosi: dopo aver eliminato in scioltezza il Feyenoord agli ottavi (4-1 complessivo), si è regalata una doppia sfida memorabile con Bayern e Barcellona, formazioni che le sono superiori. O lo sarebbero, se Inzaghi e i suoi uomini non avessero messo in fila quattro capolavori, segnando in tutto undici reti: quasi tre a partita, contro due corazzate.
Il gol di Frattesi al Barcellona
Le due semifinali tra Inter e Barcellona sono state le più epiche della storia della Coppa dei Campioni. Se le si dovesse ridurre a una sola immagine sarebbe quella del gol di Acerbi, lo stopper mancino di 37 anni che all’ultimo secondo segna di destro un gol da centravanti. Ma l’apice è il 4-3 di Davide Frattesi nei supplementari, che riassume in tre tocchi il modo di fare dell’Inter: l’operazione di sfiancamento di Thuram, con la protezione della palla e l’invasione dell’area, lo scambio stretto con l’altro centravanti (nella circostanza, Taremi) e il tocco all’indietro di costui per l’inserimento della mezzala da gol, vale a dire Frattesi, che stoppa col destro, prende la mira e piazza la palla con il sinistro. Tutto semplice, essenziale, bellissimo.