La prima uscita di Ivan Juric da allenatore della Roma è stata all’insegna della concretezza. Dodici minuti di conferenza stampa. Risposte brevi e concise. Dritte al punto, senza tralasciare nessun argomento. De Rossi, Dybala, il contratto, il modulo e gli obiettivi stagionali richiesti dalla proprietà. Juric non si è tirato indietro. Affrontando tutte le domande da solo. Nessun dirigente a presentarlo, nessuna figura ad affiancarlo. Con i Friedkin da giorni negli Usa, né il ds Florent Ghisolfi, né la Ceo Lina Souloukou (da 48 ore sotto tutela delle forze dell’ordine) hanno voluto presenziare la prima uscita pubblica del nuovo allenatore. Gli unici presenti, ma in disparte, Juma Qaddourah (Club Liaison Officer) ed Erika Salvati (Protocol Coordinator).
Nessun problema, A presentarsi ci ha pensato lo stesso Juric: «Lavoro da 14 anni tra Primavera, vice e Serie B e negli ultimi 8 anni in Serie A. Ma sicuramente la Roma è la squadra più grande che io abbia mai allenato. Senza nasconderlo, questa è una grandissima occasione». L’obiettivo? Fissato dai Friedkin: «La proprietà è stata chiara e diretta. Stanno facendo un cambiamento societario, prendendo giocatori giovani da sviluppare e crescere. Mi hanno chiesto risultati e sviluppo dei giocatori alzando il livello di tutta la rosa. L’obiettivo è quello di entrare in Champions e restarci nel tempo».
Il punto di partenza di questa rincorsa europea si chiama Udinese, oggi alle ore 18.00 in un Olimpico pronto alla contestazione. Juric vuole proseguire il lavoro lasciato da De Rossi: «La scorsa stagione ho visto una Roma molto aggressiva. Bisogna riprendere questo discorso e lavorarci. L’inizio di stagione? Non è tutto da buttare. De Rossi ha fatto un grandissimo lavoro a livello di organizzazione, di comportamento dei giocatori. La squadra è ad un buonissimo livello fisicamente. Vorrei introdurre certe cose che ho visto in passato e che penso la squadra possa tornare a fare». Il miglior tributo all’ex Capitan Futuro arrivato da Trigoria nelle ultime 72 ore. Per bocca del suo successore: «Mi sembra che l’unica ragione del suo esonero siano stati i risultati, come per tutti gli allenatori del mondo».
Capitolo formazione. Idee chiare sul modulo: «La difesa è strutturata bene, sono abituati a giocare a 3». Spazio quindi a Mancini, Ndicka e Angelino. Possibile panchina per i due nuovi acquisti: «Hermoso e Hummels non sono ancora al top, ma avranno occasioni in queste tre partite». In mediana l’unico certo di una maglia è Koné, con il ballottaggio tra Pisilli e Cristante. Sulla trequarti Pellegrini. In attacco ci sarà Dybala, per cui l’allenatore ha avuto solo parole dolci: «Paulo è intelligente e fa un buonissimo lavoro anche difensivo, è posizionato sempre bene. Tutti conosciamo le sue qualità, vorrei farlo giocare da attaccante destro». Con a sinistra il confermato Dovbyk. Verso la panchina Soulé, che non è in competizione con la Joya. Parola di Juric: «Possono giocare insieme senza problemi». Chi tornerà a giocare con i compagni è Zalewski, che sarà reintegrato nei prossimi giorni.