Questo sito contribuisce alla audience di
 

Maldini-ter: per la Nazionale di Spalletti sarà la prova del Dna

La rubrica “È sempre domenica”

Proviamo anche con il Dna, non si sa mai. Parafrasando Ornella Vanoni che invocava Dio, Spalletti ha convocato in Nazionale Maldini III, Daniel. Poi ha aggiunto anche Pisilli perché, come suggeriva invece Sherlock Holmes: «Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, dev’essere la verità», o la soluzione a centrocampo. Ma è il Maldini ter a fare la storia: il suo possibile debutto iscriverebbe il cognome nel ristretto circolo dei triplete familiari. Rare, ma non rarissime le generazioni di fenomeni (anche se non tutti finiti in nazionale): dai Kluivert ai Forlan, dagli Hernandez ai Marcos Alonso. Al vertice, due casi straordinari: gli islandesi Gudjohnsen, due dei quali fecero in tempo a fare staffetta in campo durante un’amichevole con l’Estonia e i (ceco)slovacchi Weiss, perfette riproduzioni sul tabellino in quanto tutti Vladimir.

C’è sempre qualcosa da ridire quando l’attività passa di padre in figlio in nipote. Orgoglio familiare e pregiudizio generale. Sospetto di favoreggiamento e rivendicazione opposta: «Ho dovuto faticare il doppio per dimostrarmi all’altezza». Accade nella finanza, con espansioni avventurose e tracolli che azzerano le fortune. Accade in politica, ma alla seconda generazione il gene è già “corrotto” (prendi l’ultimo Kennedy) e soltanto la sottomissione al dispotismo può giustificare un Kim 2 o un Assad 2 (ma perfino un 3)? Al calciatore tocca però dimostrare talento. Il pubblico allo stadio è l’incarnazione di popolo più impietosa: può lasciarsi intenerire da un cognome alla lettura delle formazioni, ma ci mette niente a renderti anonimo.

Per un Vieri o un Chiesa che oscurano il nome del padre e per tutta la genia dei Thuram, ci sono eserciti di replicanti affondati al largo dei bastioni di Orione, perduti nel tempo. Che cos’è allora a salvare, a preservare la grazia o introdurre la dannazione? L’eterno dilemma: l’individuo o l’ambiente? La volontà o il destino? Venticinque anni fa in un carcere texano mi imbattei nella storia di un giovane condannato a morte. Adottato piccolissimo da una famiglia onesta e abbiente aveva studiato e si era comportato sempre bene finché, durante una rissa in un bar, aveva ucciso un uomo con inaudita violenza. Nel braccio della morte aveva conosciuto un detenuto anziano: li accomunavano le circostanze del crimine, quasi identiche. Venne fuori che quell’uomo era il suo padre biologico. Un indizio, non una prova. Per Agatha Christie occorre cumularne tre: da Cesare a Paolo, da Paolo a Daniel, vediamo col prossimo Maldini. Pisilli, non so.

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Atalanta-Genoa 5-1: tripletta dell’ex Retegui, Gilardino travolto

Sab Ott 5 , 2024
Gara a senso unico al Gewiss Stadium: l’italo-argentino allunga nella classifica dei cannonieri, i nerazzurri tornano a vincere in campionato dopo un ko e un pari

Da leggere

P