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La Nazionale e il Mondiale da non mancare più. Frattesi: “È un’ossessione”

Il centrocampista dell’Inter svela il problema dell’Europeo: “Gruppo poco gioioso, non ci divertivamo”

“Noi giocatori sappiamo di dovere andare al Mondiale. Lo merita la Nazionale, per la sua storia e per quello che ha fatto anche negli ultimi anni, e lo meritano gli italiani. La partita con Israele e le prossime sono molto importanti per questo percorso”. Il torinista Ricci, il giovane regista dell’Italia, spiega a Radiorai che l’argomento della necessaria qualificazione degli azzurri al torneo più importante, dopo le due consecutive edizioni saltate, è un dogma implicito nello spogliatoio: “Non abbiamo nemmeno bisogno di dircelo, lo sappiamo”. L’interista Frattesi è ancora più esplicito sul chiodo fisso della squadra: “Il Mondiale non deve essere un’ossessione, però è un’ossessione, perché non si può mancare di nuovo. La Nations League la stiamo prendendo davvero sul serio perché poi influisce sulle fasce ai sorteggi: faremo di tutto per arrivare primi nel girone così da avere sulla carta un girone più semplice”.

Frattesi e l’errore dell’Europeo

C’è un errore da non ripetere, la mancanza di divertimento in squadra, carenza fatale durante l’Europeo: “Spalletti si è preso tutta la colpa e questo gli fa onore, ma non sono d’accordo. Lui poteva essere forse più leggero, però la colpa al 99% è nostra: in campo andavamo noi e non riuscivamo a fare due passaggi di fila. Per giocatori del nostro livello è inconcepibile”. L’origine di tanta tensione, conclude Frattesi, è proprio a monte delle partite: “C’era troppa pressione, sia all’esterno sia all’interno. Alla fine ce la siamo messa pure da soli: non è stata una spedizione così divertente”.

Ricci e la carica dei millennial

Questa è una Nazionale rinnovata, con molti giocatori nati dopo il Duemila. Il mix con la generazione precedente sta funzionando: “Tra noi ci sono tanti millennials, ci conoscevamo già prima. Ma i più “vecchi” ci danno una mano e questo fa la differenza. Possiamo avere delle insicurezze e loro ci aiutano ad affrontarle”. A volte basta una partita per convincere tutti, per Ricci è stato così con la Francia: “Nel calcio va così. Magari ne fai cento, poi ne viene considerata una sola. Io ho pensato a fare quello che sapevo, senza esagerare. È andata bene, ma devo ancora migliorare. L’accostamento al Manchester City mi fa piacere, ma sono il primo a sapere che dipende tutto dai risultati della squadra”.

Frattesi e il ruolo di riserva all’Inter

In Nazionale è il capocannoniere dell’era Spalletti (6 gol) e il più utilizzato (16 presenze). Invece, nell’Inter di Simone Inzaghi, Frattesi non parte quasi mai titolare: “Ma quest’anno è già un impiego migliore. Scherzi a parte, io capisco Inzaghi e per questo non ho mai rotto le scatole a nessuno. Siamo in quattro a centrocampo e tutti calciatori di alto livello, non è semplice scegliere. Lo scorso anno arrivavo in una squadra reduce dalla finale di Champions League e che poi ha vinto lo scudetto. Non era semplice trovare spazio. Spalletti mi ha detto subito che mi stimava molto e che sarei stato quello al quale avrebbe rotto di più le scatole. Vedeva in me qualcosa che gli piaceva . Ora i rimproveri sono un po’ diminuiti: significa che lo sto accontentando di più”.

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