MILANO – Due colpi di testa hanno affondato l’Italia. A trasformare il vantaggio di Tonali nella vittoria della Germania per 1-2, nell’andata dei quarti di finale di Nations League, a san Siro, sono state due incornate, entrambe nel secondo tempo. Prima quella di Kleindienst, poi quella di Goretzka, che fa più male perché è arrivata su calcio d’angolo, punto debole ormai storico di questa Nazionale. E poco è cambiato con la richiesta di Spalletti ai suoi giocatori di difendere a uomo sui calci d’angolo. “La vulnerabilità sulle palle inattive non deve diventare un tarlo. Rischia di diventare un problema, a forza di parlarne. Loro sono stati bravi. Noi possiamo sopperire con altre caratteristiche e qualità”, ha detto dopo la partita il ct, che per il ritorno di domenica a Dortmund si prepara a mettere in campo Buongiorno al posto di Calafiori, uscito dolorante da San Siro.
Donnarumma: “Non siamo una squadra alta”
Oltre a Spalletti, del “mal di corner” hanno parlato anche i giocatori. A partire dal portiere e capitano, Gigio Donnarumma: “Sicuramente è anche una questione di centimetri, non siamo una squadra molto alta. Dobbiamo lavorarci. Faremo di tutto per non subire gol così”, ha detto. Di Lorenzo, che sul primo dei due gol tedeschi ha avuto le sue colpe, mette in guardia: “Sui calci piazzati abbiamo cercato di cambiare qualcosa, difendendo uomo su uomo, ma purtroppo abbiamo preso ancora gol. Dovremo alzare ancora di più l’attenzione nelle prossime partite”. E quando si chiede a Sandro Tonali se palle alte e calci da fermo rischino di diventare una psicosi, replica: “Non è stata una cosa che abbiamo gestito bene, ma siamo forti. Bisogna lavorare e tirare su la testa, la partita non è finita con l’andata. Dobbiamo fare di tutto per portare a casa questa qualificazione”.
Il precedente contro la Francia a novembre
Basterà sostituire Calafiori con Buongiorno per tappare le falle sui palloni che piovono dal cielo? Probabilmente no, ma quantomeno è un tentativo, per quanto obbligato. Il difensore del Napoli è teoricamente più attrezzato, almeno per ragioni di altezza. Ma quel che più conta saranno atteggiamento, distanze, coordinazione. Già nel novembre scorso, durante una partita contro la Francia, l’Italia ha subito tre gol da situazioni di palla inattiva, evidenziando difficoltà poi confermate con la Germania. In quell’occasione, Spalletti aveva optato per una difesa a zona sulle palle inattive, ma Rabiot riuscì a inserirsi con facilità, segnando due gol di testa. Affrontare e risolvere queste lacune difensive è una sfida fondamentale e il ct lo sa.