MILANO – Aiuto, i difensori italiani non sanno più marcare. E la Nazionale rischia di abituarsi a perdere in casa contro le grandi d’Europa, categoria alla quale storicamente appartiene. È crudo il responso della sconfitta di San Siro con la Germania. Sono una consolazione molto parziale il meritato 1-0 di Tonali e le occasioni sprecate, anche dopo l’1-1 di Kleindienst e prima dell’altra testata vincente del veterano Goretzka. In attesa del riscatto promesso domani a Dortmund da Spalletti, la scuola difensiva più rinomata al mondo ha smarrito le sue credenziali classiche: continua a incassare gol di testa e su calcio piazzato (7 tra Francia, Germania, Belgio e Israele). E la squadra che non subiva quasi mai una violazione di domicilio è già alla seconda consecutiva batosta casalinga, dopo quella con la Francia dello scorso novembre: sempre nello stadio milanese ormai avvolto da sortilegio (nel 2017 lo 0-0 di Ventura con la Svezia e niente Mondiale, nel 2021 l’1-2 con la Spagna in Nations League per Mancini e i campioni d’Europa in carica). La statistica è perfida. Delle sue ultime 10 partite, dall’Europeo dell’estate scorsa, l’Italia ne ha perse 4 (Spagna, Svizzera, Francia e Germania), acciuffando la Croazia all’ultimo respiro, col rischio di derubricare a eccezioni statistiche la magnifica vittoria di settembre in casa della Francia e le due buone esibizioni col Belgio.
I pochi azzurri di livello mondiale: Donnarumma, Tonali, Barella
La Nazionale ha oggi tre calciatori di livello mondiale — Donnarumma, Tonali e Barella — e interpreta a tratti con profitto il 3-5-2 del ct. Però ha anche lacune fisiche e tecniche messe a nudo dagli avversari più forti, che a Milano non hanno schierato Mbappé (la Francia) e l’attacco titolare (la Germania). Accontentarsi di “perdere bene” è estraneo alla tradizione e pericoloso, a un passo dalle qualificazioni al Mondiale americano 2026. Spalletti e i tre suddetti leader tecnici si ribellano al sospetto: «Siamo molto forti e lo dimostreremo», garantisce il capitano Donnarumma. Ma l’analisi dello stesso ct e di Tonali («ci manca il cinismo») non omette i difetti da correggere in fretta. Lo è la trasformazione dell’identità del difensore italiano, che il Pallone d’oro Cannavaro, cresciuto tra marcatura a uomo e a zona, ha individuato così: «Oggi si imposta meglio, ma si è meno concentrati sull’avversario».
Sospiro di sollievo per Calafiori
Il gol di Goretzka, malgrado la marcatura a uomo di Bastoni, è emblematico. Domani l’infortunio al ginocchio di Calafiori (scongiurata la rottura del crociato, potrebbe stare fuori un mese) promuoverà centrale il più “marcatore” della squadra: Buongiorno, con trasloco di Bastoni. Ma il mancato recupero di Cambiaso conferma l’emergenza sulle fasce, mentre Barella potrebbe avanzare dietro Kean, con Frattesi o Casadei interni in preallarme.
Spalletti: “Possiamo rimontare”
«Possiamo rimontare», assicura Spalletti. Le premesse sono complicate. Comincia oggi con Moldova-Norvegia il girone I delle qualificazioni al Mondiale. Vi sarà iscritta l’Italia, se a Dortmund non ribalterà il risultato dell’andata dei quarti della Nations League. In quel caso avverrebbe proprio a Oslo, contro il gigante Haaland goleador del City e contro i raffinati Odegaard dell’Arsenal e Sorloth dell’Atletico Madrid, il debutto nel girone fatidico: il 6 giugno, in coda a una lunga stagione e senza molto tempo per prepararsi al trabocchetto scandinavo.