BERLINO — Ancora qualche giorno e un ragazzo nato in quella sera del 9 luglio 2006 diventerà maggiorenne. Maggiorenne diventerà la Coppa del mondo di Buffon e Cannavaro, Materazzi e Grosso, proprio mentre — per la prima volta da quel giorno — l’Italia torna a giocarsi una partita da dentro o fuori all’Olympiastadion. Berlino, ricordaci come eravamo.
I figli dei calciatori
In questi 18 anni l’Italia è cambiata assai. In ogni senso possibile. Eravamo forti, esperti: una squadra di quasi 29 anni in media che collezionava trofei e successi europei, ma che in azzurro non era mai riuscita a combinare granché, fatta salva la deludente finale di Euro 2000. In un Paese dove la gente faceva ancora figli, più di 560 mila all’anno, il lusso per i campioni era poter aspettare. A Pirlo stava nascendo il secondo figlio, Cannavaro ne aveva tre, Materazzi e Peruzzi due a testa ma in totale i 23 azzurri portati da Lippi nell’hotel Landhaus Milser di Duisburg arrivavano solo a 18 pargoli. C’era più fretta forse di celebrare matrimoni. Uno su due in quella squadra era già sposato, da Totti a Del Piero, da Grosso a De Rossi. E Buffon, Toni, Zambrotta, Gilardino erano prossimi al passo. Nel gruppo attuale invece solo 9 sui 26 di stanza a Iserlohn hanno preso moglie: uno ogni tre.
Calciatori, guadagni raddoppiati
Non c’è da stupirsi: in 18 anni il Paese è cambiato eccome. Il crollo demografico è un fatto di cui non si cercano nemmeno più le cause, nascono quasi 200 mila bambini in meno ogni anno. Fare figli è un lusso e forse anche per questo abbondando tra i ragazzi di Spalletti. Nonostante la squadra sia oltre due anni più giovane di quella campione del mondo (26 anni e mezzo, di media), nel ritiro azzurro ci sono molti più papà. Capofila Barella, con 4 bambini già in casa. Gli fanno concorrenza Pellegrini, Cristante e Mancini, tre figli a testa. In tutto, considerato anche chi sta per averne — Donnarumma, Gatti, Zaccagni, che ha già un bimbo, possono diventare papà durante l’Euro — siamo a 26 bimbi per 26 azzurri. La media è facile. Difficile è spiegarlo, semmai. È vero, si guadagna di più: in media un calciatore della Serie A incassa quasi il doppio rispetto al 2006. Ma l’aumento del costo della vita si mangia secondo l’Istat 270 euro ogni mille che ne guadagniamo.
Inter e Roma le più rappresentate
Il gruppo ha certamente cambiato colori. Milan e Juventus si dividevano equamente i leader di Lippi: Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Camoranesi e Del Piero i totem bianconeri. Pirlo, Gattuso, Gilardino, Nesta e Inzaghi, anche se gli ultimi due non giocarono molto, da Milanello. Oggi del Milan non c’è nessuno e contro la Croazia per la prima volta dal ’98 l’Italia non aveva juventini dall’inizio. Comandano semmai Inter e Roma, nove azzurri in due: ne avevano quattro in tutto a sollevare la Coppa del mondo. Gli stessi del Palermo.
Il barbiere della Nazionale
Nel ritiro azzurro oggi non entrano fisioterapisti ma imperversa il barbiere: tinture per ossigenare i capelli, cerchietti, sfumature. I campioni avevano scelto invece il taglio militare per dar l’idea della missione: rasatura estrema per Cannavaro e Del Piero, potati da Oddo, ciuffi minimal per Gattuso e Gila. Persino Totti ci diede un taglio. E sono aumentati gli oriundi: a Camoranesi rispondono Jorginho e Retegui. Non inganni invece il cognome di Folorunsho, nato a Roma da genitori di origine nigeriana, come tanti altri ragazzi nel nostro Paese, in cui i matrimoni con almeno uno sposo straniero negli ultimi 18 anni sono aumentati significativamente: dal 9 a quasi il 16% del totale. L’Italia cambia rapidamente, più di quanto Spalletti possa cambiare la propria. La speranza gattopardiana è che cambiare tutto serva a far sì che, rispetto al 2006, non cambi proprio nulla.