MILANO — Leidenschaft è il termine che in tedesco significa passione, quella che Nagelsmann ha riportato in Germania per la nazionale. Il giovane ct ha restituito fame e bellezza a una squadra giovane e di talento, dopo diversi fallimenti e in un clima non semplice. Negli ultimi anni la politica si è inserita nel pallone, dividendo il Paese. Prima dell’Europeo in casa della scorsa estate — chiuso con l’eliminazione ai quarti contro la Spagna poi campione — un documentario in onda sulla rete tv Ard parlava di una nazionale non intrigante perché con pochi “tedeschi veri”. Un concetto che ricalca quanto più volte espresso dai partiti di destra, secondo cui la squadra è troppo multietnica. E dire che la federazione da tempo ha promosso il calcio come strumento di integrazione.
La formazione della Germania contro l’Italia
Discorsi che comunque Nagelsmann, ct 37enne con alle spalle anche un’esperienza al Bayern Monaco, ha sempre allontanato. La sua Germania ha proseguito sulla strada tracciata dal predecessore Flick: segna tanto, subisce poco. Ha perso parte della vecchia guardia — Neuer, Müller, Kroos e Gündogan — e oggi deve fare i conti con assenze pesanti (in attacco mancano Havertz, Füllkrug e Wirtz), ma hanno comunque un’ossatura di livello. I nuovi riferimenti sono Musiala, Sané, Kimmich e Rüdiger. Spazio dall’inizio o a gara in corso per il promettente Stiller, regista 23enne dello Stoccarda e davanti ballottaggio tra centravanti: Burkardt del Magonza e Kleindienst del ’Gladbach, arrivato in Nazionale a 29 anni, noto in patria per la passione per le tartarughe. «Vogliamo vincere la Nations League», proclama Nagelsmann, che aggiunge: «È importante abituarsi al successo. L’Italia ha un grande allenatore e un’idea di calcio attraente, ma noi speriamo di far felici i nostri tifosi».