Sarà che il cognome è così comune da confondere e che l’ultimo anno e mezzo, tra infortuni e cilecche, lo ha quasi cancellato dall’atlante del calcio, ma se Evan Ferguson la Roma l’avesse comprato due anni fa, ma anche soltanto l’estate scorsa, parleremmo di un affare sensazionale, del colpo dell’anno e via enfatizzando. L’irlandese è invece arrivato in Serie A adesso, quasi alla chetichella, con una formula economica molto conveniente (tra prestito e riscatto, che non è obbligatorio, può venire a costare meno di 40 milioni) e senza che nessuno abbia ipotizzato che possa essere questo, più di ogni altro, il volto nuovo che può spostare qualche equilibrio.
Quando Ferguson valeva 100 milioni
Due anni fa si diceva che Ferguson valesse cento milioni. Di sterline, oltretutto: in euro sarebbero quindi 115. Mezza Premier gli stava alla calcagna e De Zerbi sentiva di avere per le mani un tesoro: il Brighton è specializzato a scovare giovani fenomeni da valorizzare e rivendere a peso d’oro, ma il neo romanista pareva destinato a frantumare qualsiasi record, anche se poi non è andata così.
L’esordio contro il Chelsea ad appena 14 anni
Il ragazzone irlandese fece parlare di sé quando era ancora un bambino: figlio di Barry, che è stato un difensore di lungo corso con sei presenze nell’under 21 dell’Eire, è cresciuto nel Bohemians e a 14 anni venne mandato in campo in un’amichevole estiva contro il Chelsea. Sembrava una boutade e difatti l’allenatore dell’epoca, Keith Long, fu molto criticato, ma tutti capirono in fretta che il giovane Evan, il cui esordio era stato concordato con la dirigenza del club e con la famiglia, non era un ragazzino allo sbaraglio, tant’è che pochi mesi dopo, il 20 settembre 2019, esordì anche in campionato. A gennaio, a 15 anni appena compiuti, arrivarono anche i primi gol, sebbene soltanto in amichevole.
Da Potter a De Zerbi, l’esplosione in Premier
La Premier, naturalmente, gli mise subito gli occhi addosso e a spuntarla fu il Brighton, nonostante la corte serrata di Liverpool e Tottenham. A 17 anni debuttò in prima squadra, battezzato da Potter, ma sarà poi De Zerbi a farne un titolare quasi fisso: a 18 segnerà la sua prima tripletta inglese, al Newcastle. Sono però stati gli infortuni a frenare l’affermazione di Ferguson, che nella stagione della possibile consacrazione ha patito due incidenti, prima al ginocchio e poi alla caviglia, che lo hanno costretto a finire in sala operatoria. Il rientro è stato faticoso, né gli ha giovato giocare per sei mesi in prestito al West Ham, richiamato dall’allenatore dell’esordio, Potter.
Per Shearer, Ferguson non ha difetti
Ma resta il fatto che Ferguson ha appena 20 anni e la sua classe resta intatta. Fisicamente sembra tornato a puntino e le amichevoli estive, nelle quali è stato regolarmente preferito a Dovbyk, sono state confortanti. Prima di farsi male in molti lo avevano accostato a Van Basten: nell’irriverenza del paragone c’è comunque qualcosa di vero, perché anche l’irlandese ha un fisico imponente che però non compromette l’eleganza dei gesti, dei movimenti. Tecnicamente è di una completezza rara: non si può dire che spicchi in qualcosa, però ha tiro, tocco, potenza, agilità, senso del gol e della squadra. Secondo Alan Shearer, la sua virtù è “non avere un vero e proprio punto debole”. Può esserlo la caviglia, come lo fu anche per Van Basten: l’augurio è che su questo fronte il paragone non regga.