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La sfida di Conte: sconfiggere la sua storia

Il nuovo condottiero azzurro contro la Juve, la squadra dove è stato protagonista prima da giocatore e dopo, soprattutto, da allenatore

Scrivi Antonio Conte e il pensiero corre immediatamente alla Juventus. È stato un binomio di successo che ha scritto pagine indelebili col carattere rigorosamente bianconero. Lo ha riconosciuto proprio il diretto interessato alla vigilia di un appuntamento che non sarà mai come tutti gli altri, né per i tifosi del Napoli ( la rivalità con la Vecchia Signora), né per lui che sfida il suo passato. Conte non si nasconde ovviamente. Non lo ha fatto neanche durante il ritiro a Dimaro- Folgarida, quando gli appassionati presenti in Trentino intonarono “Chi non salta juventino è”.

Conte è rimasto immobile e ha poi spiegato la situazione: « Nel calcio come nella vita ci vuole sempre rispetto. Sarò sempre una persona molto educata e rispettosa. Non mi chiedete cose che non farò. Ma adesso posso dirvi che sono il primo tifoso del Napoli » . Parole che hanno fatto subito breccia nel cuore dei tifosi. Oggi ne ritrova altri che conosce molto bene. Torna allo Stadium che è stato inaugurato nel 2011 proprio con lui in panchina da allenatore. Ma il suo rapporto col bianconero è iniziato vent’anni prima.È il 1991. Antonio Conte è un giovane centrocampista di talento, cresciuto a pane e pallone nel Lecce. Si fa notare per qualità di inserimento e la capacitàdi lottare su ogni pallone. Fa il grande salto a Torino. Arriva in uno spogliatoio di campioni. C’è anche Totò Schillaci che giovedì Antonio ha voluto ricordare in conferenza stampa: « Per noi del Sud era quello che ce l’aveva fatta. È stato un punto di riferimento. Io davo a tutti del voi in quello spogliatoio, nonostante la grande disponibilità di un campione come Totò perché ero intimidito ovviamente » .Ma in campo è tutta un’altra storia. Conte diventa un punto di riferimento importante. Combatte e ogni tanto segna gol preziosi. Ha qualità e presto è inamovibile. I presupposti di una dinastia ci sono tutti. Conte riempie la sua bacheca personale assieme alla Juve: cinque scudetti tanto per gradire ma soprattutto il trionfo in Champions all’Olimpico nel 1996 contro l’Ajax. Poi eredita la fascia di capitano da Gianluca Vialli ma la stagione successiva si rompe il crociato e diventa spettatore forzato dei trionfi in Coppa Intercontinentale e Supercoppa Europea. Non molla (è nel suo dna) e torna protagonista. Vive momenti difficili (il rapporto con Lippi si deteriora a tal punto che perde fascia e maglia da titolare) ma riesce sempre a superarli.Chiude la sua esperienza dopo tredici anni, nel 2004, e ha un posto speciale nei cuori dei tifosi bianconeri. Da Torino, però, non va mai via: compra casa, sposa Elisabetta e decide di mettere radici sotto la Mole, dove cresce sua figlia Vittoria. Torna bianconero nel 2011 da allenatore rampante e fa quello a cui è abituato. Vince e rivince. Tre scudetti di fila risollevando la Juve da un momento molto complicato: «Ho iniziato un ciclo storico di nove tricolori di fila » . Passa il testimone a Massimiliano Allegri «che ha fatto benissimo alla Juve. Quella di Thiago Motta è un’eredità pesante. È stato un mio giocatore in nazionale, è un ragazzo eccezionale » . Si incroceranno oggi pomeriggio.Antonio è di nuovo allo Stadium da allenatore del Napoli e per la prima volta ritroverà i sostenitori sugli spalti. C’è curiosità per capire come sarà accolto: «Le altre volte era vuoto per il Covid » . Perché il Conte allenatore contro la Juventus non è un inedito: il condottiero leccese ha vinto( e non è una novità) pure all’Inter. Ma la presenza del pubblico rappresenta sicuramente una novità non da poco. Antonio non passerà mai inosservato a Torino: « Da giocatore puoi scegliere di rimanere tutta la tua carriera in una squadra. Faccio l’esempio di Bruscolotti al Napoli, ma ce ne sono tanti. Da tecnico è praticamente impossibile».Quindi dopo Inter, Chelsea e Tottenham, c’è il binomio tra Conte e l’azzurro. L’uomo del Sud al timone della squadra che lo rappresenta. La miscela è affascinante e la partenza è positiva dopo l’inizio choc al Bentegodi contro il Verona: tre vittorie di fila in campionato per gradire e la voglia di non fermarsi sul più bello. L’obiettivo è provarci subito: «Sarò emozionato sicuramente ma adesso sono al Napoli e vogliamo continuità. Stiamo ancora cercando la quadratura perché alcuni giocatori sono con noi da poco tempo, ma nel frattempo si gioca e vogliamo fare punti » . Anche allo Stadium: « Poi sicuramente al ritorno sarà una sfida diversa. Saremo più pronti».

E soprattutto si giocherà al Maradona che è la nuova casa sportiva di Antonio Conte. È già l’idolo: lo è da quando ha accettato il progetto triennale di De Laurentiis: «Ho ricevuto tantissimo ha detto Conte – e adesso voglio soltanto restituire alla gente che mi ha subito voluto bene » . Patti chiari sul passato e amicizia lunga col pubblico di Fuorigrotta che lo considera un idolo assoluto, l’uomo giusto per riportare l’azzurro in alto e cancellare il decimo posto. Potenza di Antonio Conte: lo rispettano nella Torino bianconera, lo amano a Napoli.

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