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L’accusa a Zaniolo: “Era alterato”. I due giocatori della Roma in ospedale, lui nega l’aggressione

La versione del club giallorosso, che chiede misure drastiche: “Ha colpito un ragazzo e spinto l’altro”. Nicolò si difende: “Nessuno scontro fisico”

ROMA – Chissà se anche Nicolò Zaniolo, in queste ore, si sta chiedendo: «Perché sempre io?». L’ultimo atto della sua stagione è un pomeriggio finito a colpi di referti medici, indagini della procura federale e accuse di aggressione: un vociare che ha attraversato l’Italia. Ma nessuno, neanche lui, si è chiesto perché. A tre anni quasi esatti dal suo gol più importante, quello che regalò alla Roma la Conference League, Zaniolo è tornato in copertina. E senza nessun gol da celebrare.

Zaniolo, rissa con due giocatori della Roma Primavera

Lunedì pomeriggio era appena terminata la semifinale scudetto Primavera, a Firenze, tra Fiorentina e Roma, vinta 2-1 dai viola. Lui era ad assistere alla partita al Viola Park con il procuratore Vigorelli e con l’amico Gaspare Galasso, famoso per essersi imbucato alla premiazione del Real a San Siro per la Champions del 2016. Zaniolo a fine partita è andato al bagno, accanto agli spogliatoi delle squadre. Uscendo, si è congratulato con i calciatori della Fiorentina. Da qui in poi, le versioni divergono enormemente. Lui giura volesse consolare i romanisti sconfitti. I racconti che emergono da Roma, e che la Roma ha diffuso con due comunicati ufficiali, parlando di una vera e propria “aggressione”.

Lo scontro tra Zaniolo e Almaviva

Di certo c’è una frase, che più testimoni sentono: «Ma che vuoi, hai la faccia di venire nel nostro spogliatoio?», gli avrebbe detto Mattia Almaviva, il capitano della Roma Primavera: nel 2017 era un ragazzino e Totti gli regalò la sua fascia nel giorno dell’addio al calcio. Zaniolo gli ha risposto, una parola dopo l’altra si è acceso un capannello: un paio di spintoni, un colpetto sul collo, urla e insulti. E altri calciatori a ingrassare la scenata: un ragazzo delle giovanili della Roma, Marco Litti, e poi un dirigente accompagnatore. Mentre un altro urlava: «Ora sono c… tuoi».

La denuncia della Roma: “Era alterato”

Il racconto che ha prodotto ieri la Roma in una nota ufficiale però aggiunge elementi molto più gravi: “Zaniolo era visibilmente alterato, ha urinato nelle strutture riservate alla Roma, ha provocato i giocatori e, senza alcuno scambio verbale, ha colpito fisicamente Almaviva e spinto Litti contro una panchina”. Litti era stato operato alla spalla e adesso “entrambi i giocatori sono stati ricoverati in ospedale: Almaviva ha una prognosi di 10 giorni, Litti di 21”. Il prossimo passo sarà un’azione risarcitoria, forse una denuncia.

La difesa di Zaniolo: “Nessuna aggressione fisica”

La Roma si aspetta ora una risposta forte delle istituzioni sportive. Ma quella nota era soprattutto una risposta alla versione affidata ai social da Zaniolo: «Voglio chiedere scusa con il cuore per quanto accaduto. So di aver reagito male e me ne assumo la responsabilità. Purtroppo, sono stato provocato verbalmente da un ragazzo e, sbagliando, ho perso la calma. È un errore che mi pesa, ma non c’è stata nessuna aggressione fisica». Il fattaccio è già diventato oggetto di un’indagine della procura federale, che potrebbe ascoltare i ragazzi coinvolti. La squalifica — e chissà per quanto — è solo una delle possibilità che inquietano oggi i pensieri di Zaniolo, destinato dopo il prestito fiorentino a tornare al Galatasaray.

Il rapporto tra Zaniolo e la Roma

Forse però il suo problema è la Roma, il vecchio amore deluso, l’avversaria di tutti gli highlights della sua annata. Il gol all’Olimpico a dicembre, con i rumorosissimi fischi dei suoi vecchi tifosi a ronzargli nelle orecchie mentre si sfilava la maglia dell’Atalanta per festeggiare. L’espulsione il 4 maggio, sempre contro la Roma, nell’ultima partita da giocatore della Fiorentina. Ora questo. L’ultima pagina nera di una stagione maledetta tra Bergamo e Firenze, pochissimi gol, le certezze che si sgretolano, la convinzione che evapora. Proprio mentre si riavvicinava alla compagna Sara e al figlio Tommaso, finalmente centrali nella sua vita. Quasi la pace non faccia per lui.

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