Tolti sua maestà Modric e sua altezza De Bruyne, Noa Lang è il più forte dei nuovi stranieri arrivati quest’estate in Serie A, anche se il suo talento è perennemente in bilico sul limite sottile tra l’ambizione e l’arroganza, la sfrontatezza e l’indisciplina, il coraggio e l’esagerazione e in definitiva tra il genio e la sregolatezza. Nulla di nuovo: la storia del calcio è piena di gente così, e meno male.
Lang, il papà severo e il patrigno calciatore
Lang ha una biografia punteggiata di prodezze e ribellioni e probabilmente le sue contraddizioni dipendono dalla doppia educazione ricevuta: i genitori si separarono che Noa aveva pochi mesi ma il padre Jeffrey ne seguì comunque da vicino crescita ed educazione, imponendogli una disciplina molto rigida soprattutto in ambito calcistico, mentre la madre Manon, olandese, confessò di essere stata troppo indulgente con il bambino. Della famiglia fa parte anche Nourdin Boukhari, nato anche lui a Rotterdam ma di origini marocchine, calciatore professionista di ottimo livello, che sposò Manon diventando dunque patrigno di Noa. Seguendolo con la madre nelle varie tappe della carriera all’estero, Lang ha fatto esperienza anche nel settore giovanile del Nantes e nel Besiktas prima di entrare stabilmente nel vivaio del Feyenoord, dove però andò in conflitto con quasi tutti, anche perché tifava forsennatamente Ajax.
Lang, l’esordio con tripletta al posto di Neres
Dopo aver superato un serio infortunio alla schiena (secondo i medici, non avrebbe più potuto giocare) Noa realizzò il sogno da bambino passando all’Ajax: all’esordio da titolare in prima squadra – schierato al posto di Neres, proprio colui che ha ritrovato al Napoli – segnò una tripletta, ma anche lì andò in collisione. Mordeva il freno perché voleva giocare titolare anche se era alla prime armi, si sentiva più forte dei compagni, l’allenatore Ten Hag ammise di non riuscire a gestirlo e così lo mandarono prima in prestito al Twente e poi a titolo definitivo al Bruges, dove la sua classe si è rivelata per intero, così come il suo carattere controverso: finì sotto inchiesta per antisemitismo perché, festeggiando la vittoria del campionato 2020/2021, si unì ai tifosi nerazzurri in un coro che diceva, pressappoco, “meglio morto che ebreo dell’Anderlecht”.
Le accuse di antisemitismo e la visita al lager
Lang non chiese scusa, si difese dicendo che quel coro non era razzista ma soltanto uno sfottò ai rivali più odiati, riuscì a evitare la squalifica ma fu obbligato, come unica punizione, a visitare l’ex campo di concentramento di Kazerne Dossin, che oggi ospita un memoriale sull’Olocausto.
Noa diventa Noano e spopola nel rap
Tornato in Olanda, al PSV, ha conquistato titoli in serie, la nazionale in pianta stabile e anche le vette delle classifiche musicali, visto che nella vita fa anche il cantante rap e, con lo pseudonimo Noano, ha sfornato diversi successi, vincendo anche un disco d’oro. In Olanda le sue canzoni sono tra le più ascoltate sulle piattaforme di streaming. Di sicuro, di peli sulla lingua continua a non averne: “Dirò sempre quello che penso”. E non ha esitato a entrare in polemica con chi lo prende in giro per il suo strano accento (“Ho un padre del Suriname e sono cresciuto con un marocchino, e allora?”) e, proprio questo inverno, contro i suoi stessi tifosi, che fischiavano il PSV in crisi: lui andò di persona a litigarci, senza nessuna remora, scatenando un putiferio.
Le liti con i tifosi e i trionfi contro Juve e Ajax
Ma poi fu proprio Lang a trascinare la squadra di Eindhoven al successo sulla Juventus nei playoff di Champions e al clamoroso sorpasso in campionato sull’Ajax. Il suo finale di stagione è stato stratosferico. Il Napoli si porta dunque a casa un giocatore dal talento smisurato, che farà divertire un mondo i tifosi e anche i media, vista la sua totale mancanza di diplomazia e i pochissimi freni inibitori.
Il genio di Lang nelle mani di Conte
Ama giocare da ala sinistra, ha un dribbling mortifero e una capacità eccezionale di affilare cross dalla trequarti che scavalcano le difese e arrivano precisi a destinazione sul piede dell’altra ala: con le sue invenzioni, Perisic ci è andato a nozze. In più segna con una discreta regolarità, per essere un esterno. Se Conte saprà come prenderlo, Lang può diventare il calciatore che metterà il marchio sulla prossima Serie A, un vero crac. Il suo tallone d’Achille possono essere gli infortuni, ma nell’ultima stagione ne è stato alla larga. Ma è proprio a causa di un infortunio che ha dovuto saltare Euro 2024. È costato 25 milioni e li vale tutti, se il genio non si farà sopraffare dalla sregolatezza.