Il Clásico che assegna la Coppa del Re si è aperto con le lacrime di un arbitro ed è deflagrato in un caso diplomatico che mette a rischio l’incontro stesso. Le immagini, fortissime, sono rimbalzate dalla pancia dello stadio di Siviglia, dove la sfida tra Real e Barcellona è prevista per le 22 di sabato. Ricardo De Burgos Bengoetxea, 39 anni, basco, il fischietto designato per la gara, ha denunciato gli attacchi ricevuti da Real Madrid Tv.
Il video di accuse di tre minuti e mezzo
Il video di tre minuti e mezzo, postato anche sui social, è un clamoroso j’accuse contro De Burgos, contestato per almeno quattro episodi dubbi contro il Real avvenuti negli ultimi tempi: in alcune circostanze il basco era al Var. Uno strumento di pressione usato sistematicamente per gettare sospetti sui direttori di gara prima delle partite del club.
Ma stavolta De Burgos è esploso durante la conferenza stampa della vigilia: “Si parla tanto dei video di Real Tv. È molto dura quando tuo figlio torna a casa da scuola piangendo perché altri bambini gli hanno detto che suo padre è un ladro. Io cerco di spiegargli invece che sono un uomo onesto”. Pausa, groppo in gola, lacrime: “Quando lascerò questa professione voglio che mio figlio sia orgoglioso di ciò sono stato e del mondo arbitrale”. Poi ha aggiunto: “Non meritiamo ciò che ci fanno soffrire”, rivelando che diversi arbitri hanno deciso di scendere di categoria per non subire più le pressioni del Real.
Il Real ha chiesto la revoca della designazione
Marca, quotidiano storicamente vicino al club della capitale, ha lanciato un sondaggio per i suoi lettori, “ritenete che De Burgos sia il direttore di gara idoneo per la partita?”. Il Real è sicuro: no. Tanto da chiedere ufficialmente – senza essere ascoltato – la revoca della designazione dell’arbitro e del Var, Gonzalez Fuertes, che in conferenza stampa lo ha sostenuto. Il club di Florentino Pérez ha quindi deciso di disertare la conferenza stampa (dovevano parlare Ancelotti e Modric) e poi anche l’allenamento. Tanto da far temere che non si presenti allo stadio per la finale, nonostante i 30 mila biglietti comprati dai suoi tifosi. Voci smentite in serata dal club con un comunicato: “Davanti ai rumors sorti nelle ultime ore, il Real comunica che la nostra squadra non ha mai considerato l’idea di rinunciare a giocare la finale”. Il club “è consapevole che le dichiarazioni infelici e inappropriate rilasciate dagli arbitri designati per questa partita, 24 ore prima della finale, non possono compromettere un evento sportivo di importanza mondiale che sarà seguito da centinaia di milioni di persone. Vogliamo inoltre esprimere il nostro rispetto a tutti i tifosi che hanno in programma di recarsi a Siviglia e a tutti quelli che si trovano già nel capoluogo andaluso. Il Real Madrid – si prosegue nella nota – comprende che i valori del calcio devono prevalere, nonostante l’ostilità e l’animosità che oggi sono state manifestate ancora una volta contro il nostro club da parte degli arbitri designati per la finale”.
Il Barcellona e il fair play finanziario
Una protesta clamorosa – quella della vigilia della finale – nelle fasi decisive di una stagione che il Real Madrid ritiene non più regolare dopo la sentenza del Consiglio Superiore dello Sport, la massima autorità sportiva spagnola, che a gennaio ha concesso al Barcellona la licenza per schierare l’attaccante Pau Victor e, soprattutto, il fantasista Dani Olmo. Una pronuncia che ha ribaltato quelle della Federcalcio e della Liga, secondo cui i due atleti dovevano essere svincolati dall’inizio del 2025 perché il club catalano non aveva rispettato i paletti del fair play finanziario.