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L’autogol di Lotito: la Lazio ha il mercato bloccato per una norma che lui stesso ha votato

Una carenza finanziaria totale da 115 milioni: l’unico modo per tornare a fare operazioni è immettere denaro fresco. Ma il presidente vuole far adottare una norma differente

ROMA – Un buco da riempire di 115 milioni di euro. Che la Lazio non avrebbe potuto acquistare calciatori, Claudio Lotito lo sapeva con certezza prima di firmare il contratto con Maurizio Sarri. La lettera della Covisoc che annunciava la sanzione è datata 26 maggio, una data cara ai laziale perché ricorda la finale di Coppa Italia vinta sulla Roma. Ma quest’anno ha portato una notizia destabilizzante: lo stop al mercato. La novità è che, mai come stavolta, si tratta di un autogol del proprietario del club.

La Lazio e la carenza finanziaria da 115 milioni

Il motivo è noto, è il mancato rispetto dell’indice di liquidità fissato a 0.80 per il 2025/26. Vuol dire che le attività correnti devono essere almeno l’80% delle passività correnti. L’indice della Lazio era di 0.26: in pratica, gli attivi a breve termine rappresentano poco più di un quinto delle passività con scadenza al 31 marzo 2026, ossia a un anno dalla data di verifica. In tutto, la carenza finanziaria è pari a 115.864.447 euro. Vuol dire uno squilibrio di circa 100 milioni a cui aggiungere una mora del 15%. Perché, come ha spiegato la Covisoc nella lettera alla Lazio, la situazione si aggiunge al mancato rispetto degli altri due indicatori: costo del lavoro allargato e indebitamento. Se almeno uno dei due fosse stato in attivo, la Lazio avrebbe potuto fare acquisti, a patto di vendere prima un calciatore che costa di più di quello da comprare. Ma così no: l’unico modo per uscirne prima del 31 agosto sarà immettere denaro fresco, non cessioni di calciatori ma iniezioni di liquidità.

La norma votata anche da Lotito

Ma la vera notizia è un’altra. Ossia che questa norma, introdotta nel Consiglio federale del 20 dicembre 2023, è stata votata anche da Claudio Lotito. Che adesso invece la contesta e ne chiede la disapplicazione. Era infatti passata all’unanimità del Consiglio, di cui il numero uno laziale faceva parte. Oggi non solo la disconosce, ma pretenderebbe di non doverne subire gli effetti. Da gennaio infatti la Federcalcio adotterà un criterio diverso, ossia un unico indice sul lavoro allargato – lo stesso delle competizioni Uefa – in cui la Lazio è sempre fuori, ma in maniera meno compromettente. Per Lotito, dal 1° luglio va considerato quello come parametro, perché sarà l’oggetto del monitoraggio previsto il prossimo 30 settembre. Ma le norme federali dicono chiaramente che è l’indice di liquidità controllato a marzo a determinare l’impatto sugli acquisti estivi. Non solo: per evitare sanzioni, già tre proprietà hanno immesso denaro nei bilancio delle loro squadre: chi lo spiegherebbe loro che non ce ne era bisogno?

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