Roma – Il terzo pareggio consecutivo subito in rimonta rallenta la marcia del Napoli, raggiunto nel finale (2-2) all’Olimpico dalla Lazio e non più padrone adesso della sua sorte, visto che l’Inter potrebbe operare il sorpasso al vertice della classifica sugli azzurri con una vittoria sulla Juve. Ma Antonio Conte era in grande emergenza e non può rammaricarsi più di tanto per il successo sfumato. A passare per prima in vantaggio era stata la combattiva squadra di Marco Baroni con una prodezza di Isaksen, poi la reazione della capolista con il bel gol di Raspadori e la rocambolesca autorete di Marusic. In extremis il guizzo di Dia che ha ristabilito l’equilibrio.
«La cronaca della gara»
Il botta e risposta tra Isaksen e Raspadori
E’ stata una partita senza fase di studio e caratterizzata dal botta e risposta nelle fasi iniziali, che ha acceso immediatamente le polveri nell’atteso scontro al vertice dell’Olimpico. La Lazio è scattata a razzo e ha trovato il vantaggio al primo assalto con Isaksen (6′): pronto ad approfittare di una respinta troppo corta di Rrahmani e a fulminare Meret con una bordata sotto la traversa, che ha sorpreso il portiere friulano nonostante la traiettoria del pallone abbastanza centrale. Ma il Napoli è stato rimesso subito in carreggiata da un nuovo errore commesso dall’altra parte da Provedel: partenza dal basso sbagliata e via libera (13′) alla triangolazione tra Lukaku e Raspadori, che ha fatto centro con rasoterra di sinistro da posizione defilata.
La prudenza di Conte, l’infortunio di Castellanos
Solamente dopo un frenetico quarto d’ora le squadre hanno trovato dunque il modo di assestarsi ed è stato finalmente più chiaro il canovaccio della sfida, con la squadra di Baroni a trazione anteriore e quella di Conte costretta invece dall’emergenza a giocare con un baricentro più prudente: esasperato dall’abbassamento sulla linea difensiva (schierata spesso a cinque) anche degli esterni Di Lorenzo e Mazzocchi. Un vero e proprio bunker, insomma, con il rientrante Buongiorno utilizzato dagli azzurri come pilastro centrale. Era il piano tattico preparato a tavolino dalla capolista e dopo gli imprevisti fuochi d’artificio dei primi minuti ha cominciato a funzionare, complice l’infortunio muscolare (rischia un mese di stop) che ha messo ko intorno alla mezzora Castellanos.
Un finale di tempo confuso
Il Napoli vive un momento di difficoltà pure atletica e ha puntato tutte le sue carte su una partita sporca, riducendo gli spazi a disposizione della Lazio e badando in primis a coprirsi le spalle, come accadeva spesso all’inizio del campionato. Conte ha del resto perduto in rapida successione i suoi esterni più forti: Kvaratskhelia sul mercato e Neres per un infortunio, trovandosi di fatto nella condizione di non poter utilizzare più il tridente offensivo. Ma anche la Lazio si è presentata all’Olimpico in emergenza in attacco, con il convalescente Dia in panchina e Noslin gettato a freddo nella mischia per sostituire Castellanos. Non ha dunque sorpreso il farraginoso sviluppo del resto del primo tempo, che s’è acceso solo nel finale per un tiro troppo centrale di Rovella. Tanti gli errori su entrambi i fronti e emozioni col contagocce.
L’autogol clamoroso di Marusic, il colpo da biliardo di Dia
Soltanto in avvio di ripresa si è fatto rivedere in avanti anche il Napoli: passaggio filtrante di Raspadori e destro centrale di Lukaku (6′) , respinto a mani aperte da Provedel. Ma è stata molto più pericolosa la risposta dall’altra parte della Lazio: percussione di Tavares e tiro a colpo sicuro di Isaksen (9′), che ha mancato però di un soffio lo specchio della porta. Le squadre si sono allungate un po’ e ne ha beneficiato lo spettacolo, anche se gli errori hanno continuato ad avere la prevalenza sulle buone giocate. Dopo un’ora è finita la scarsa autonomia del rientrante Buongiorno e Conte è stato costretto a sostituirlo con Politano, arretrando la posizione di Di Lorenzo. A spostare improvvisamente la bilancia dalla parte degli azzurri è stato uno dei tanti svarioni del pomeriggio, con Marusic che ha fatto carambolare nella sua porta il pallone dopo una conclusione di Raspadori, già deviata da Gila (19′). Pochi centimetri di fuorigioco hanno invece vanificato l’immediata reazione da parte di Zaccagni, che s’era illuso di aver trovato il pareggio con una spettacolare rovesciata. Disperato sulla sua panchina Baroni, che è stato costretto a gettare pure Dia nella mischia per l’arrembaggio finale. E proprio il centravanti senegalese ha trovato in extremis il varco giusto (42′) per fare crollare il bunker sempre più traballante della capolista. Risultato più equo, al termine di 90′ in cui alla distanza le forze si sono equivalse.
Lazio-Napoli 2-2 (1-1)
Lazio (4-2-3-1): Provedel – Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares (37′ st Tavares) – Guendouzi, Rovella – Isaksen (37′ Tchauna), Pedro (29′ st Dia), Zaccagni – Castellanos (27′ pt Noslin). All. Baroni.
Napoli (5-3-2): Meret – Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno (16′ st Politano), Juan Jesus, Mazzocchi (40′ st Rafa Marin) – Anguissa, Lobotka, McTominay – Raspadori, Lukaku. All. Conte.
Arbitro: Massa
Reti: 6′ pt Iskasen, 13′ pt Raspadori, 19′ st Marusic (aut.), 42′ st Dia.
Note: amm. Anguissa, Juan Jesus, Zaccagni, Rovella