In conferenza stampa, in vista del match contro il Sassuolo, Maurizio Sarri è tornato sul derby perso contro la Roma: “Dopo un minuto la partita sembrava finita. Si può perdere, ma io sono incazzatissimo con i giocatori e con me stesso. Il giorno prima del derby avevo la sensazione che la carica non fosse giusta. Sono intervenuto, ma non in maniera corretta. Voglio orgoglio e reazione. Futuro? Per me è il Sassuolo. Spero di avere a disposizione giocatori di alto livello, non ci sono mai partite che non contano nulla. Ogni match ha risvolti positivi e negativi. Parto da questo presupposto. I giocatori ci daranno il 100% sino alla fine”.
Non solo Lazio, Sarri ha difeso Immobile dagli attacchi post Nazionale, criticando ancora il sistema calcio italiano: “Con Ciro ho parlato subito dicendo quello che penso: è un capro espiatorio di quello che succede, non se la deve prendere, sa cosa ci potrebbe essere dietro. Si deve concentrare sulla Lazio, quando rientra qui lo vedo attivo. Sono fiducioso su di lui. Il motivo di questi cali della squadra è difficile da scovare. Ultimamente il gruppo non aveva più avuto queste situazione, segnali di questo tipo. Ci siamo ricaduti nella domenica meno opportuna. Bisogna lavorarci e capire le cause: non è una sola, ma dobbiamo andare oltre. Immobile lascia la Nazionale? Conta la sua idea, non la mia”.
“Il flop dell’Italia? Sono meno critico adesso – ammette Sarri -. Le nazionali non rappresentano più un movimento del Paese. Altrimenti l’Inghilterra avrebbe vinto Europei e Mondiali. Si fanno discorsi di massimi sistemi, ho sentito sparare cazzate mostruose sui problemi del calcio italiano. Poi stiamo parlando di una partita, contro la Macedonia, in cui l’Italia ha fatto 35 tiri in porta, ne ha subiti 2, ha perso ed è andata fuori. Qui però stiamo 30-35 anni indietro, ma nessuno parla di strutture. Quando io parlo dei terreni di gioco, mi dicono che mi lamento. Abbiamo pagato questa mancata cura di tutti i particolari. Se vedi la Bundesliga in tv, la Premier, poi cambi canale e metti una partita di Serie A ti chiedi: ‘ma dove cavolo sono finito?'”.