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Lazio-Sarri, manca solo la firma: ecco cosa chiede il tecnico per il ritorno a Formello

Fumata bianca a un passo: dalla rosa ai giocatori in partenza per la Coppa d’Africa, tutti i nodi della trattativa

Lazio in pressing su Sarri per la risposta sul grande ritorno. I biancocelesti — oggi è previsto un nuovo contatto con l’agente del tecnico — attenderanno al massimo entro domani sera per il sì o il no alla proposta. Ma le sensazioni sono positive. La riunione fiume di giovedì, proseguita poi fino a notte fonda negli uffici di Lotito, tra il club e i rappresentanti dell’allenatore ha lasciato margini di ottimismo, ma Sarri sta prendendo tempo: è chiamato a fidarsi delle promesse fatte. È stato rassicurato sulla permanenza dei big e sul fatto che la rosa verrà completata, ma l’allenatore toscano sa che i margini di spesa in estate per i biancocelesti saranno limitati. E con Dia, Belahyane e Dele-Bashiru (destinati a restare) in partenza a metà stagione per la Coppa d’Africa, la necessità di rinforzi sul mercato sarà complessa da soddisfare. Anche se, senza coppe, non ci sarà l’esigenza di un organico molto ampio.

Giovedì si è discusso anche delle cifre del contratto. La Lazio ha offerto un biennale con opzione per il terzo anno a 2,5 milioni a stagione. Con i bonus, legati alle qualificazioni in Europa League (500mila euro) o Champions League (1 milione), si arriverebbe ai 3 milioni chiesti dal tecnico. Su questo punto c’è ancora distanza da colmare. Dettagli, comunque, rispetto al tema cruciale delle scelte per completare la rosa. L’ultima parola spetta a Sarri: se non sarà davvero convinto, non tornerà a Formello.

Per lui sullo sfondo restano le opzioni Atalanta (che però si sta orientando su Motta) e Fiorentina (solo se non resterà Pradé come ds). Per la Lazio, invece, i piani B si chiamano sempre Gattuso e Palladino, con le quotazioni di quest’ultimo in ascesa. Lotito deve intanto controfirmare la rescissione con Baroni. Una formalità per certificare il divorzio: anche l’ormai ex tecnico, come Tudor l’estate scorsa e Sarri a marzo di un anno fa, ha accettato di risolvere il contratto rinunciando al compenso per la stagione successiva e senza avere ancora la certezza di una nuova panchina. Dopo l’ultimo colloquio con il presidente e il ds era ormai evidente che non ci fossero più le condizioni per proseguire. Senza la fiducia che pensava di aver meritato (la Lazio ha realizzato 4 punti in più rispetto allo scorso anno), Baroni ha preferito lasciare. Il rapporto con il club si era già incrinato da tempo. Le parole del ds Fabiani, che lo avevano messo in discussione in un momento positivo per la squadra, erano state pesanti da digerire. A gennaio, poi, il tecnico aveva chiesto Fazzini e Casadei, più Ngonge se fosse andato via Tchaouna. Ha ricevuto invece Belahyane, Provstgaard e Ibrahimovic. Non averli fatti giocare è l’altra accusa che gli rivolge la società, oltre alla mancata qualificazione alle coppe.

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