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Le sei giornate di Tudor per tenersi la Juve e allontanare Conte

Il croato è entrato subito in sintonia con Giuntoli, ma per garantirsi la conferma non gli basta andare in Champions

Non sono tanto i sette punti in tre partite e il quarto posto agganciato in fretta, né quei primi tempi di furore poi diluito in riprese un po’ troppo mosce (ma ci sta lavorando su): Tudor sta provando a meritarsi la Juventus con il lavoro di tutti i giorni, i comportamenti, la comunicazione e tutti quegli aspetti del mestiere dell’allenatore che a prima vista non si notano (cosa salta agli occhi, se non il risultato e l’estetica del gioco?) ma che invece pesano, contano, indirizzano.

Il futuro di Tudor alla Juventus

Alla Juve sono contenti di lui, finanche un po’ sorpresi (in positivo). Nessuno gli ha ancora promesso niente e Tudor stesso sa che senza un posto in Champions non avrà un futuro bianconero, ma anche la qualificazione alla coppa più importante non sarebbe di per sé sufficiente a garantirgli la conferma: scatterebbe in automatico il rinnovo, ma il club ha la scappatoia di una clausola che gli consente di interrompere il rapporto entro il 31 luglio (quindi a Mondiale per Club finito) dietro il pagamento di una penale irrisoria. La permanenza sulla panchina non ha dunque sostanzialmente nulla a che fare con la burocrazia dei contratti, ma sarà casomai una questione di fiducia, di rapporti, di empatia con l’ambiente intero: se a livello puramente tecnico il vero beneficio per la squadra è stato, più che l’arrivo di Tudor, la liberazione pura e semplice da Thiago Motta, è su tutti gli altri aspetti che il croato sta cercando di accumulare crediti. E ci sta riuscendo. Ha ancora sei partite (lunedì sarà a Parma, con Yildiz in dubbio per una botta in allenamento) di campionato e un Mondiale per dimostrare qualcosa.

Il ritorno di Conte alla Juve

Un mese fa, la Juve aveva l’idea di prendere per l’anno prossimo un allenatore di vaglia, già pratico di coppe e di campioni. Il nome che circolava con maggiore insistenza, e che continua a circolare, era quello di Conte, che non ha ancora garantito la sua permanenza al Napoli. Tudor era considerato solamente un traghettatore, ma in tre settimane ha dato qualche scossetta all’ago della bilancia, spostandolo dalla sua parte, anche se chiaramente Giuntoli continua a tenere d’occhio i big della panchina, in Italia e all’estero.

Il rapporto tra Tudor e i giocatori della Juve

Alla squadra, in ogni caso, i metodi del croato stanno piacendo, anche perché lui ha modificato i suoi comportamenti abituali: continua a rimanere uno molto diretto nei rapporti e che le cose le dice in faccia senza troppi giri di parole, ma ha capito che alla Juve avrebbe dovuto smussare certi angoli e spianare certe ruvidezze caratteriali e anche lessicali. Aveva la fama di sergente di ferro, ma in queste settimane si è addolcito, ha usato la carota più spesso del bastone, ha accettato qualche compromesso, si è intenerito un po’ e usa in maniera molto fisica il linguaggio del corpo, distribuendo pacche e abbracci: è questo nuovo aspetto di lui che sta piacendo alla società, e nel frattempo s’è saldato un buon rapporto con Giuntoli, senza quello steccato tra la squadra e l’area tecnica che invece Thiago aveva voluto alzare, perché quello era il suo metodo.

L’esperienza di Tudor in panchina

Per fare un esempio: subito dopo quel finale spaventato che a momenti costava la vittoria con il Lecce, a fare la predica negli spogliatoi è stato il dg, ma in perfetta sintonia con Tudor. «La prossima volta tocca a te» si sono strizzati l’occhio dirigente e allenatore, il quale poi si è dedicato a rimproverare le riserve per il modo sciatto con cui erano entrati in partita. La squadra ha percepito quell’unità, su cui Igor può far leva per meritare la conferma anche se la sua vita in panchina è stata finora senza titoli, salvo una lontana coppa nazionale con l’Hajduk, e con appena sei apparizioni in Champions. Ma ha un altro vantaggio: costa un terzo rispetto a quelli della categoria di Conte, quelli che hanno già vinto. Ha delle buone carte in mano, se le sta giocando.

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